La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sulla legge Fornero in materia di pensioni, proposto dalla Lega Nord.
La Consulta in una nota, precisa di aver dichiarato «inammissibile la richiesta di referendum relativa all’articolo 24 (Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici) del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 (Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici), convertito in legge, con modificazioni, dall’articolo 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n. 214, nel testo risultante per effetto di modificazioni e integrazioni successive». La sentenza sarà depositata successivamente, entro i termini previsti dalla legge.
Nei giorni passati Elsa Fornero, ex-ministro del Lavoro autrice della Riforma, aveva fatto notare che il referendum doveva essere giudicato inammissibile perché riguarda la finanza pubblica. Convinti della non ammissibilità del referendum si sono detti nei giorni scorsi anche il commissario Inps ed ex ministro del Lavoro, Tiziano Treu, il costituzionalista Augusto Barbera e l’esperto di previdenza Giuliano Cazzola.
La sentenza, che sarà depositata prossimamente, permetterà di capire perché la Corte ha ‘bocciato’ il referendum. Certo, un peso lo avrebbe avuto il fatto che il quesito referendario si proponeva di abbattere l’art. 24 del decreto legge 201/2011, la manovra cosiddetta Salva-Italia: l’art. 75 della Costituzione dice che non è ammesso il referendum per leggi tributarie e di bilancio e tra la tenuta dei conti dello Stato e la riforma delle pensioni c’è un nesso, reso più stringente dai vincoli sul pareggio di bilancio previsti in Costituzione, da quando l’art.81 della Carta è stato modificato.
FONTE: Pensioni Oggi (www.pensionioggi.it)