Si scaldano i motori per il programma del Mise che prevede 200 milioni di incentivi per startup digitali in tutta Italia. Le domande si potranno presentare online dalle 12 del 16 febbraio. Entro il 6 febbraio disponibile sul sito di Invitalia la documentazione utile.
Tra un mese debutta Smart & Start Italia, l’incentivo che intende favorire la diffusione di nuova imprenditorialità legata all’economia digitale. Parte con una dotazione di 200 milioni di euro ed è esteso a tutta Italia (la precedente versione era dedicata solo al Sud). Lo sportello online sul sito smartstart.invitalia.it aprirà alle 12 del 16 febbraio 2015: via web sarà possibile presentare le domande e i piani di impresa in forma completamente paperless, ma non si tratterà di un click day, in quanto la misura verrà gestita dall’Agenzia fino a esaurimento delle risorse disponibili e l’istruttoria delle domande presentate seguirà l’ordine cronologico di arrivo.
Tutti coloro che sono interessati a usufruire di questi incentivi erogati dal Mise (Ministero per lo Sviluppo Economico) e gestiti da Invitalia possono dunque cominciare ad attrezzarsi per l’appuntamento. La documentazione utile per la presentazione della domanda sarà resa disponibile sul sito entro il 6 febbraio 2015.
Intanto facciamo il punto su quali sono i potenziali destinatari dell’iniziativa, quante e quali sono le agevolazioni messe a disposizione e come si ottengono.
A CHI SI RIVOLGE SMART & START?
– A startup innovative di piccola dimensione già iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese.Per startup innovative si intendono le imprese che rispondono a precisi requisiti di legge tra cui:società di capitali costituite da non più di 48 mesi; che offrono prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico; con valore della produzione fino a 5 milioni di euro.(per i dettagli sui requisiti vedi Art. 25 del DL n.179/2012)
– A team di persone fisiche che intendono costituire una startup innovativa in Italia, anche se residenti all’estero o di nazionalità straniera.
QUALI SONO LE ATTIVITÀ AMMESSE?
Produzione di beni ed erogazione di servizi, che si caratterizzano per il forte contenuto tecnologico e innovativo e/o si qualificano come prodotti, servizi o soluzioni nel campo dell’economia digitale e/o – si basano sulla valorizzazione dei risultati della ricerca pubblica e privata (spin off da ricerca). (N.B. Sono escluse le attività di produzione primaria dei prodotti agricoli).
COSA FINANZIA?
Progetti che prevedono programmi di spesa, di importo compreso tra 100 mila e 1,5 milioni di euro, per beni di investimento e/o per costi di gestione. Ecco le principali voci di spesa ammissibili. Per gli investimenti: impianti, macchinari e attrezzature tecnologiche; componenti HW e SW; brevetti, licenze, knowhow; consulenze specialistiche tecnologiche. Per la gestione: personale dipendente e collaboratori; licenze e diritti per titoli di proprietà industriale; servizi di accelerazione; canoni di leasing; interessi su finanziamenti esterni. Le spese devono essere sostenute dopo la presentazione della domanda ed entro i 2 anni successivi alla stipula del contratto di finanziamento.
QUALI SONO LE AGEVOLAZIONI FINANZIARIE?
Un mutuo senza interessi, il cui valore può arrivare: fino all’80% delle spese ammissibili (max € 1.200.000), nel caso in cui la startup abbia una compagine costituita da giovani e/o donne o abbia tra i soci un dottore di ricerca che rientra dall’estero; fino al 70% delle spese ammissibili (max € 1.050.000) negli altri casi. Una quota a fondo perduto per le start-up localizzate in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia e nel territorio del Cratere Sismico Aquilano che restituiscono solo l’80% del mutuo agevolato ricevuto.
QUALI SONO LE AGEVOLAZIONI REALI?
Le startup costituite da meno di 12 mesi beneficiano di servizi di tutoring tecnico-gestionale. I servizi di tutoring, individuati in base alle caratteristiche delle startup, sono finalizzati a sostenere la fase di avvio. Si tratta di servizi specialistici (pianificazione finanziaria, marketing, organizzazione, gestione dell’innovazione, altro) che possono includere anche scambi con realtà di rilievo internazionale.
FONTE: Economy Up (www.economyup.it)