Nuova bocciatura del piano proposto dal Governo per avviare la riforma degli scatti stipendiali. Ulteriori particolari sulla gestione dei crediti.

Un piano che ha subito delle modifiche rispetto alla proposta iniziale che preventivava scatti esclusivamente legati al cumulo di crediti da parte dei docenti, slegandoli totalmente all’anzianità di servizio.

Secondo quanto divulgato dallo stesso esecutivo, l’idea di legare esclusivamente al “merito” gli aumenti stipendiali non è stata gradita. Si sta, dunque, ricorrendo ai ripari, con una proposta che vorrebbe gli aumenti legati in parte al merito ed in parte agli scatti stipendiali. Ma, in che proporzione?

Secondo indiscrezioni pubblicate da Repubblica.it, al Governo si starebbe lavorando per proporre gli aumenti legati per il 20% agli scatti stipendiali e per l’80% al merito.

Il sistema meritocratico legato al cumulo di crediti sembra resti invariato, così come la percentuale del 66% dei docenti che potrà usufruire degli scatti. Come saranno calcolati i crediti? Secondo quanto riportato sul documento “La Buona scuola”, i crediti saranno il frutto di una valutazione dei rendimenti degli studenti (legata, con molta probabilità, all’autovalutazione degli istituti), della formazione dei docenti e degli incarichi ricoperti grazie all’organico funzionale.

Si tratta di una procedura, quella dei crediti, della quale ancora manca un vero e proprio piano di operatività per il loro riconoscimento, anche se, l’idea al momento dominante, vuole che essi vengano validati presso gli Uffici scolastici regionali o provinciali. Lo scopo è di evitare che la validazione venga consegnata nelle mani delle scuole o, peggio, dei Dirigenti, venendo inficiata da una eccessiva “soggettività”.

Quanto piace ai docenti questa “variante” dell’avanzamento stipendiale con sistema misto?

Secondo il risultato dell’indagine, il 90% degli utenti non si ritiene soddisfatto della nuova proposta. Dai commenti circolati è emerso che alla base dello scarso entusiasmo non c’è una necessità di voler sfuggire alla valutazione del proprio operato, ma l’assenza di un serio investimento sugli stipendi dei docenti. Difatti, non è sfuggito che l’operazione “merito” si voglia attuare ad investimento zero, utilizzando le stesse risorse già utilizzate e che condurranno ad un abbassamento generalizzato degli stipendi

 

 

FONTE: Orizzonte Scuola (www.orizzontescuola.it)

AUTORE: Paolo Damanti

 

 

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