Lo studio “Green economy e veicoli stradali: una via italiana”, realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile con Assogasliquidi Federchimica e Consorzio Ecogas, tenta di trovare una possibile via d’uscita: “Soluzioni tecnologiche alternative possono aiutare la transizione verso l’auto a emissioni zero e l’auto a gas, una tecnologia made in Italy, costituisce uno dei possibili volani di sviluppo in direzione della green economy con importanti ricadute economiche e occupazionali (tra 22.700 e 66.000 posti di lavoro aggiuntivi nel 2030)”.
I numeri parlano chiaro: mentre negli ultimi anni, complice la crisi, le immatricolazioni di auto tradizionali si sono parzialmente frenate, “le auto a gas hanno continuato a crescere (tra il 2011 e il 2012 le immatricolazioni sono quasi triplicate passando dal 5,55% al 13%) e nel 2013 la quota di mercato della auto a gas è arrivata al 14,1% (8,9% Gpl e 5,2% metano)”. Il parco auto a gas circolante in Italia è, secondo lo studio redatto: “il più rilevante d’Europa, rappresentando il 76,8% del parco europeo per le auto a metano e il 26% per quelle a Gpl”. “Inoltre – si legge ancora nel documento – in Italia oltre al produttore (Fiat) c’è una piccola e grande industria dell’auto a gas che va dalla produzione di impianti per la conversione a Gpl e metano, con una rete di trasformazione e assistenza di più di 6.000 officine, al rifornimento stradale (più di 3000 distributori di Gpl e 1000 di metano)”.
Soddisfatto di questi dati il Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Edo Ronchi: “Le auto a gas sono una delle tecnologie ‘ponte’ a basso impatto ambientale che può contribuire a ridurre l’inquinamento dell’aria nelle città, ma non solo, può far bene all’occupazione e all’economia. In Italia c’è una filiera di imprese che ci rende leader nel mondo e che può crescere. Un caso esemplare di green economy dove miglioramenti ambientali producono vantaggi economici e occupazionali”.
Alessandro Tramontano, Presidente del Consorzio Ecogas, entra maggiormente nel dettaglio con altri numeri: “Le autovetture a Gpl e metano in Italia sono più di 2 milioni e 700 mila – ha dichiarato – pari ad oltre il 7% del circolante. Numeri che potrebbero essere molto più importanti, a tutto vantaggio dell’ambiente e dell’occupazione, con la ripresa di politiche di incentivazione”. “Negli anni scorsi – conclude Tramontano – le immatricolazioni a gas sono arrivate a toccare il 21% del mercato e le trasformazioni sono state anche 270.000 all’anno, mentre nel 2014 ci fermeremo purtroppo a non più di 100.000 unità”.
“Sono molti gli stimoli – ci tiene a precisare Francesco Franchi, Presidente di Assogasliquidi Federchimica- che l’Europa ci sta dando per la promozione dell’uso delle auto a gas, a partire dalla recente Direttiva europea sui carburanti alternativi che prevede l’obbligo, da parte di ogni Stato membro, di redigere un proprio programma nazionale che comprenda politiche di sviluppo a favore di questi carburanti”. Franchi non ha dubbi: “L’Italia deve fare la sua parte, a maggior ragione come Stato membro leader nel settore. Dobbiamo cogliere questa opportunità di sviluppo sostenibile e di crescita economica nel paese”.
FONTE: Associazione dei Comuni Virtuosi