Nel 2015 emergeranno con più forza alcuni benefici delle nuove piattaforme, in coerenza con gli obiettivi del Governo per l’Agenda digitale: per la razionalizzazione dell’IT e la diffusione dell’informatica anche alle PA locali, secondo regole comuni

Per la Pubblica Amministrazione l’adozione di soluzioni basate sull’ Information Technology è considerata un fattore abilitante nella riorganizzazione dei servizi interni ed esterni, per incrementare la produttività, condividere le informazioni ed, infine, per attivare quel volano positivo che parte dalla razionalizzazione dei processi interni ed arriva alla efficiente erogazione dei servizi all’utenza esterna.

In particolare si tenderà sempre di più ad adottare una logica di “fruizione” più che di acquisizione, sia per abbattere le componenti di spesa per gli investimenti e per la gestione dell’esistente (quest’ultima nel settore pubblico si attesta circa alla metà del valore complessivo della spesa ICT), sia per  focalizzare professionalità e risorse sul perseguimento degli obiettivi legati alla specifica missione dell’ Amministrazione.

In questo ambito le piattaforme “Cloud” permetteranno potenzialmente a tutti gli attori (PA e non) di godere di significativi vantaggi dall’adozione di servizi “condivisi”, stimolati anche da driver economici: come detto, nella attuale congiuntura viene chiesto alla PA di ridurre le spese di gestione dell’ infrastruttura IT e del parco applicativo esistente,  ripensando i servizi in logica aperta.

La condivisione di servizi informatizzati, accessibili su piattaforme centralizzate e costantemente aggiornate, può quindi rappresentare l’evoluzione del concetto di “riuso” e, come dimostrano diverse esperienze all’estero che sin dagli anni ’90 sono sorte con il nome di “shared services”, potranno essere messe  al centro delle politiche di efficientamento nella gestione della spesa informatica della PA.

In una fase iniziale di implementazione del paradigma Cloud per la PA i vantaggi per gli attori pubblici possono essere sintetizzati come segue:

  • le PA centrali potranno completare  il processo di razionalizzazione della capacità elaborativa e di messa in sicurezza delle banche dati strategiche a livello nazionale, con il rispetto delle caratteristiche di compliance e di gestione del dato,  creando ambienti cloud privati o ibridi che sfruttano i data center propri e di Cloud Service Provider;
  • le Regioni potranno costituire il punto di riferimento per il deployment per la replica livello territorio delle best practices  verticali (es.: la scuola e la sanità, le smart cities, l’innovazione nei sistemi turistici), per  uscire dalla logica “a macchia di leopardo” che ha caratterizzato finora le iniziative digitali sul territorio;
  • le PA Locali più piccole potranno superare l’ostacolo informatico all’aggregazione: grazie alla possibilità di attingere a servizi centralizzati, infatti, l’eterogeneità delle soluzioni e l’insufficienza degli ambienti elaborativi di supporto non sarebbe più un impedimento, potendo gestire con flessibilità la componente informatica in funzione della dinamica aggregativa e della gradualità con cui l’aggregazione sovracomunale stessa intende mettere in comune i servizi;
  • tutti gli attori potranno più facilmente interoperare e rispettare i dettami normativi che il CAD e l’Agenda digitale impongono  in termini di efficienza interna ed efficacia nell’erogazione dei servizi all’utenza, delegando al riferimento contrattuale il mantenimento dei livelli di servizio e della compliance, nonché attingendo a strumenti flessibili per mettere a disposizione i Big Data della PA a coloro i quali vogliono utilizzarli per creare servizi, business e quindi crescita economica.

In questo scenario i Cloud Service Providers dovranno non soltanto fornire tutte le garanzie infrastrutturali e contrattuali alle PA Clienti e quindi ai loro interlocutori (cittadini ed imprese), ma, nel caso di servizi basati principalmente sul contenuto, assicurare la dovuta cura nella qualità e nel continuo aggiornamento, nella facilità di fruizione, abbattendo gli ostacoli legati, ad esempio, alla mobilità.

Se la realtà tecnologica del Cloud Computing può essere data per scontata, non sono scontati i percorsi attraverso i quali può essere implementato uno scenario proficuo per tutti gli attori del sistema, che con questi strumenti possa attivare un impatto effettivo sul rilancio del Paese. L’impatto sistemico, infatti, si ha quando L’innovazione nella Pubblica Amministrazione diventa l’elemento strategico nella spinta per il recupero della competitività e quindi della crescita.

La PA, con la svolta digitale, può inoltre favorire lo sviluppo di una nuova imprenditoria, competitiva anche a livello internazionale, agevolando l’utilizzo dei dati e dei contenuti prodotti dal proprio patrimonio informativo (si pensi ai beni culturali, ambientali, ai documenti storici). Nei paesi esteri sono diversi gli esempi di start up informatiche che hanno consolidato il proprio business creando servizi basati sui dati che la Pubblica Amministrazione ha messo a disposizione.

Come implementare questo modello virtuoso? Negli anni la PA ha registrato al necessità soprattutto di concretizzare con strumenti attuativi le indicazioni normative che derivano dai provvedimenti chiave, come il Codice dell’Amministrazione Digitale e di vari decreti come ad es.:  Crescita, Crescita 2.0 , Destinazione Italia ed altri. La moltitudine degli interventi attuativi derivante, ha costretti le istituzioni a concentrarsi sugli elementi ritenuti a maggiore forza trainante, come L’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente, la Fatturazione Elettronica e l’Identità Digitale, coronata da recentissimo decreto.

Termini come “efficienza” e “cooperazione” sono nella nostra visione le keyword nel percorso della PA dei prossimi anni; in tale ambito vediamo positivamente la recente gara “SPC Cloud”, che afferma il “Community Cloud”  come riferimento per abilitare i servizi della PA. Facendo perno su una componente infrastrutturale fisicamente dedicata alla PA e securizzata per creare gli strati successivi, dall’interoperabilità al PaaS per creare servizi, al SaaS composto di servizi già pronti all’uso, il modello affiancherà i provvedimenti già presenti (come la PEC o l’Identità digitale) per implementare una definitiva operazione di recupero del gap con l’Europa in termini di interazione della PA con cittadini ed imprese.

Coerentemente, termini come sicurezza e accessibilità, corrispondenza agli standard e certificazioni, da sempre guidano gli investimenti di Telecom Italia per il mercato.  Nel paradigma cloud,  grazie alla rete di sette Data Center sul territorio nazionale, connessi da dorsali ultrabroadband ridondate, abbiamo consolidato un portafoglio di soluzioni volto a coprire  tutte le declinazioni operative: dalle Infrastrutture come servizio, alle piattaforme condivise per interoperare e creare servizi, fino alle soluzioni applicative pronte all’uso;  insieme a questo, vogliamo distinguerci offrendo la garanzia end-to-end sul servizio grazie alla disponibilità della rete di accesso alle piattaforme che ospitano i servizi per la Clientela.

L’altro aspetto interessante è l’approccio all’innovazione nei sistemi di procurement della PA e attivato da CONSIP ormai da diversi anni. Analogamente, Telecom Italia ha recentemente lanciato un modello di e-procurement trasparente ed innovativo, per agevolare varie fasce di Clientela nella ricerca, nella scelta e nella acquisizione delle soluzioni informatiche, anche in accoppiata con le adeguate prestazioni di rete.

Telecom Italia, infatti, con “Nuvolastore.it” mette a disposizione un catalogo di prodotti Cloud per start-up, professionisti, alberghi, negozi, ristoranti, caratterizzato dalla possibilità di concludere on line il ciclo di acquisizione e di attivare il servizio direttamente dalla rete.

Il Nuvola Store è quindi un portale che consente al Cliente, che accede tramite le proprie credenziali allo store online, di selezionare ed acquistare non solo servizi infrastrutturali come Internet Hosting, Sicurezza e Data Protection, ma anche di produttività come Office Automation, Posta elettronica Certificata, Audioconferenza, fino alla possibilità di creare il proprio sito WEB, anche mobile, ed ospitarlo presso le piattaforme Cloud di Telecom Italia. Il Cliente può inoltre visualizzare nell’area riservata i servizi attivi, lo stato di lavorazione degli ordini, etc.., concludendo la transazione tramite il pagamento utilizzando  le più diffuse piattaforme di e-payment.

Riteniamo che questo modello esprima appieno la volontà aziendale di valorizzare il modello Cloud, fornendo alla clientela un accesso immediato alle risorse di cui abbisogna attraverso un accesso securizzato alle nostre infrastrutture, con la affidabilità della transazione e del processo di approvvigionamento, coerente con  un rapporto contrattuale che fornisca le dovute garanzie di cui i modelli “Cloud” devono essere corredati per creare la necessaria fiducia negli acquirenti.

 

 

 

FONTE: Agenda Digitale (www.agendadigitale.eu)

AUTORE: Stefano Mattevi

 

 

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