E’ cronaca il fatto che i registri elettronici possano presentare alcune debolezze che ne consentono una violazione. Debolezze, a volte, causate dagli stessi docenti.

La sicurezza dei registri elettronici riguarda due piani, così come tutta la sicurezza dei sistemi informatici in genere.

Il primo piano riguarda la sicurezza software che attiene alle industrie produttrici. Ci sono molti accorgimenti, a partire dai sistemi di criptaggio, che consentono di fornire sistemi relativamente sicuri.

I docenti, o chi all’interno delle scuole scegli i registri elettronici, dovrebbe stare attento a richiedere alle aziende produttrici tutti i criteri di sicurezza per la protezione dei dati.

In questi anni, c’è da rilevare, la maggior parte delle aziende del settore hanno fatto passi da gigante in questa direzione.

C’è da dire, comunque, che gli interessi a violare un sistema come quello dei registri elettronici sono davvero limitati. Tra i più interessati, sicuramente gli alunni poco inclini allo studio.

Ed eccoci al secondo piano della sicurezza dei registri, quello che attiene all’ambito umano.

I modi per poter violare un registro elettronico sono molti, alcuni dei quali passano dalla distrazione o leggerezza umana e in questo caso dei docenti.

E’ notizia di qualche giorno fa la violazione di un registro ad opera di un gruppo di studenti che ha installato nel computer della scuola un software per carpire le password. In questo modo sono riusciti ad avere i dati e ad introdursi nel registro modificando i voti.

Ecco, magari evitare che gli studenti possano facilmente avere accesso ai pc aiuterebbe a non trovarsi in queste situazioni. O, se si ha necessità di far accedere gli studenti ai computer, magari consentire l’accesso con un account che impedisce l’installazione di software. Bastano pochi minuti per questo tipo di impostazione.

Spesso, come dimostra uno studio di skuola.net, sono gli studenti che aiutano i prof a maneggiare il registro, uno su tre. Altra cosa da evitare, se proprio avete necessità di aiuto, chiamate un collega.

Altri escamotage per carpire i dati di accesso, riguardano la protezione delle password che, ad esempio, non dovrebbero essere scritte, ma memorizzate, magari non recitate ad alta voce quando vengono digitate, password che dovrebbero essere modificate periodicamente, e soprattutto non dovrebbero essere date agli studenti.

Tutto ciò non vi salverà dalle violazioni, ma certo se ne limiterà fortemente la possibilità e soprattutto non sarete voi la causa.

 

 

FONTE: Orizzonte Scuola (www.orizzontescuola.it)

AUTORE: Anselmo Penna

 

 

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