Misure per contrastare più efficacemente il fenomeno della contraffazione, anche via internet, l’abusivismo commerciale e la concorrenza sleale, nonché made In ed Italian Sounding, sono i punti cardine del documento di Confcommercio presentato dal vicepresidente Lino Stoppani, oggi in Commissione Parlamentare di Inchiesta sui fenomeni della Contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo.
Per Confcommercio c’è l’esigenza di avviare un percorso di rivisitazione dell’attuale quadro normativo al fine di renderlo realmente efficace, corredandolo con un adeguato sistema sanzionatorio per contrastare tali fenomeni.
Confcommercio chiede inoltre di intensificare i controlli e rafforzare l’attività repressiva da parte delle autorità competenti, non solo sui fenomeni di contraffazione delle merci, ma anche su quelli di abusivismo in senso stretto, in cui ci sono intollerabili violazioni di legge.
A queste devono inoltre aggiungersi anche tutte quelle ulteriori fattispecie di “concorrenza sleale” che emergono nella prassi, in cui alcuni operatori, nell’apparente rispetto formale del quadro normativo vigente, si avvalgono impropriamente di alcune disposizioni di maggior favore al solo fine di eludere gli oneri amministrativi e burocratici cui sono soggette le imprese concorrenti.
Confcommercio è anche schierata in difesa dei prodotti nazionali di qualità e contro l’imitazione dei marchi a denominazione protetta, il cosiddetto “italian sounding” e le frodi nell’etichettatura.
La Confederazione ritiene che per contrastare il fenomeno si debbano presidiare i mercati pubblicizzando con più incisività i prodotti italiani di qualità, che rappresentano il nostro ” Know How”. Si deve pertanto optare per una politica volta a valorizzare il prodotto italiano o trasformato in Italia.
Per quanto riguarda la contraffazione tramite internet, Confcommercio segnala la necessità di concertare azioni e risposte al fenomeno a livello sovranazionale.
Per reprimere adeguatamente il fenomeno, è importante comprendere le attività di tutti gli attori della filiera, dal motore di ricerca al provider di connettività, al servizio di hosting, al sito che vende merce contraffatta. Mentre chi vende merce contraffatta è evidentemente responsabile del reato, negli altri casi i livelli di responsabilità sono più complicati da definire, e le analogie col mondo fisico (le pagine gialle, le autostrade, i proprietari degli immobili, ecc.) possono aiutare a definire ragionevoli misure di prevenzione, senza imporre obblighi e livelli di responsabilità impossibili da sostenere.
FONTE: Confcommercio