I sindacati scioperano contro il blocco dei contratti nel pubblico impiego. Tutte le sigle sono unite nella presentazione dei ricorsi alla Consulta.
Sindacati uniti sulle rivendicazioni, ma divisi sulle date degli scioperi. La Cisl, insieme allo Snasl e anche alla Gilda-Unams, hanno scioperato lo scorso 1° dicembre. La Cgil insieme alla Uil ela GildaUnams, che ha aderito a entrambe le proteste, sciopereranno invece il 12 dicembre. Anche se le date di sciopero sono diverse le proteste sono accomunate dalla richiesta dello sblocco del rinnovo della parte economica dei contratti, fermi ormai dal 2009, che la legge di stabilità del Governo Renzi intende confermare. E ciò ha determinato una perdita del potere d’acquisto dei salari del pubblico impiego nell’ordine del 10% circa (dati Istat).
Ma le rivendicazioni non si fermano alle proteste di piazza. Nel mese di ottobre la GildaUnams, dopo avere aderito ad un ricorso pendente davanti al Tribunale di Roma, in cui è stata sollevata questione di legittimità costituzionale sul blocco dei contratti, ha organizzato anche dei ricorsi collettivi in tal senso. E adesso anche Cgil e Cisl hanno promosso analoghe iniziative con il deposito di un ricorso avvenuto il 28 novembre scorso, sempre presso il Tribunale di Roma, per chiedere lo sblocco dei contratti. Anche in questo caso, le due maggiori confederazioni sindacali hanno chiesto al giudice di sollevare questione di legittimità costituzionale sulle norme che prevedono il blocco. I ricorsi, se accolti, potrebbero determinare un vero e proprio terremoto per le casse dello stato. Che potrebbe vedersi condannare ad aprire la contrattazione per adeguare le retribuzioni al costo della vita.
”La Consulta in passato si è già pronunciata dichiarando l’ammissibilità di misure simili solo in chiave emergenziale e in modo circoscritto nel tempo. E comunque garantendo criteri di proporzionalità e ragionevolezza”, spiega la CISL in una nota.
FONTE: Pensioni Oggi (www.pensionioggi.it)