Entro maggio-giugno dovrebbe essere emanato il decreto per l’Anagrafe nazionale della popolazione residente, che sarà ultimata a giugno 2015. E’ già nato da qui un modello di riferimento per altre banche dati di interesse nazionale, a partire dall’Anagrafe degli assistiti. Aggiornare e gestire questo modello sarà compito dell’Agenzia per l’Italia digitale.
Spesso ci si domanda come mai, tra i tanti possibili obiettivi e.gov dell’Agenda Digitale, si sia deciso che il Progetto Strategico per eccellenza fosse quello per la realizzazionedell’Anagrafe Nazionale della popolazione residente (ANPR).
Forse sono sufficienti poche ma sostanziali motivazioni:
· perché in una dimensione ormai almeno europea, e con le attuali possibilità tecnologiche, le informazioni anagrafiche non possono essere gestite da 8.100 sistemi diversi che si allineano tra loro tramite “procedimenti” semi-automatici;
· perchè le carte con microchip e le nuove identità digitali hanno valore solo se c’è un’unica base dati anagrafica che ne garantisce i contenuti e questa “fonte informativa” è la stessa che allinea in automatico i sistemi di tutte le amministrazioni;
· perché per il funzionamento sincrono di tutte le amministrazioni è fondamentale che le informazioni di nascita, variazione di residenza fisica o digitale, e decesso siano rese immediatamente disponibili;
· perché l’ANPR è l’inizio ed il centro di una complessiva riprogettazione del Sistema Informativo della Pubblica Amministrazione in ottica di interazione digitale dove autonomia organizzativa non è sinonimo di autonomia informatica, gli investimenti duplicati devono trasformarsi in infrastrutture applicative comuni, i Data Center sono il vestito tecnico di un nuovo disegno architetturale applicativo.
E’ quindi utile entrare nella complessità del progetto ANPR e capire quali sono stati i principali punti di attenzione partendo dal primo e più importante: quando è stata emanata la legge ancora non esisteva, come purtroppo spesso accade, un progetto di massima condiviso della soluzione.
Per arrivare vicino a questo risultato, quantomeno nelle linee generali che consentissero di“sbloccare” il decreto attuativo, ci sono voluti in questi 3 mesi:
· la tenacia del Ministero dell’Interno ed il supporto della Sogei;
· il coordinamento operativo dell’Agenzia per l’Italia Digitale;
· la collaborazione istituzionale di ISTAT, ANCI e CISIS;
· le riunioni di stato avanzamento lavori ogni 15 giorni del Commissario del Governo per l’attuazione dell’Agenda Digitale a cui sono stati chiamati a partecipare tutti gli attori istituzionali coinvolti;
· il lavoro di tutti tra una riunione e l’altra.
Il punto più critico è stata l’interpretazione istituzionale del temine “subentro” di ANPR nei confronti delle anagrafi comunali per quanto riguarda un’eventuale diversa attribuzione di compiti e ruoli tra Ministero dell’Interno e Comuni.
E’ spesso vero che le norme ipotizzano scenari operativi che l’informatica non può gestire ma capita altrettanto di frequente, e questo è un caso, che ad entrare in crisi siano gli scenari istituzionali quando vengono modificati quelli informatici.
In una prima fase, interpretando in modo secco questo trasferimento di competenze, si era ipotizzato un approccio progettuale totalizzante che prevedeva la soppressione delle basi dati anagrafiche comunali.
Quest’ipotesi aveva generato una comprensibile preoccupazione dei Comuni che, pur non avendo alcuna copertura finanziaria dalla norma, avrebbero dovuto rivedere integralmente i sistemi comunali tenuto conto che l’anagrafica è un archivio centrale in ogni amministrazione ed i Comuni svolgono molte altre funzioni oltre quelle demografiche.
Si è infine deciso, con un approccio più pragmatico, che i sistemi comunali verranno modificati richiamando, nei soli punti finali in cui aggiornano la base dati anagrafica locale, i servizi messi a disposizione da ANPR per l’aggiornamento centralizzato.
Utilizzeranno inoltre i servizi di aggiornamento ad “eventi” che lo stesso ANPR renderà disponibili – progettati dall’Agenzia delle Entrate e già sperimentati con INPS – per garantire l’allineamento automatico dell’eventuale copia che decidessero di mantenere in locale.
Un secondo tema da affrontare riguardava l’alimentazione della basi dati ISTAT che molto si integra con la gestione anagrafica anche per disposizioni europee.
Risolto il problema della continuità operativa dei Comuni la soluzione è stata immediata: far pervenire anche all’ISTAT gli eventi di aggiornamento ANPR in modo che sia allineata in tempo reale esattamente come i Comuni ed ogni altra Banca Dati Anagrafica di altre amministrazioni che abbia questa esigenza.
In pratica: non essendo ancora disponibile il “modello strategico di evoluzione del Sistema Informativo della Pubblica Amministrazione”, si è interamente consumato sul caso reale dell’ANPR il più importante snodo progettuale del nuovo sistema pubblico: quali servizi deve sviluppare e rendere disponibili, sia ai soggetti che la alimentano che alle altre amministrazione che ne utilizzano le informazioni, il sistema che accoglie una “Banca Dati di Interesse nazionale”.
La gestione e l’aggiornamento di questo modello sarà uno dei principali strumenti di coordinamento gestito dall’Agenzia per l’Italia Digitale che in questa fase si è avvalsa della nostra collaborazione e potrà avvalersi, a regime, del supporto del Comitato di Indirizzo a cui partecipano anche, per le necessarie condivisioni, i referenti informatici delle amministrazioni centrali e locali.
Esaminato l’argomento dei modelli architetturali con maggior dettaglio – a breve verrà anche prodotto un documento sul tema avendo approfittato della fortuna di avere con noi il Alfonso Fuggetta del Cefriel- sarà più semplice per l’Agenzia fornire il proprio supporto di coordinamento sul tema dell’Anagrafe Nazionale degli Assistiti dal SSN, che “subentrerà” alle ASL, e sulla progettazione di altre analoghe Banche Dati da adeguare o realizzare individuate come strategiche dal modello.
Nella prossima riunione di Stato Avanzamento Lavori presso la Presidenza del Consiglio si parlerà, tra l’altro, del presidio sull’iter di emanazione del decreto: tramite gli uffici legislativi andrà al parere dei tecnici nei Ministeri, dovrà acquisire il parere del Garante per la protezione dei dati personali, il parere della Conferenza Unificata ed andare al Consiglio di Stato che ha un tempo prefissato per l’emanazione del parere.
Essendo stati preliminarmente concordati la soluzione ed il testo, entro maggio-giugno dovrebbe essere emanato il decreto, come previsto dai piani, e resta quindi ferma la data di fine progetto per giugno 2015.
FONTE: Agenda Digitale