Entro il mese di aprile 2015 sarà possibile richiedere il PIN unico per accedere ai servizi on line erogati dalle Pubbliche Amministrazioni, il quale permetterà agli utenti di avvalersi di un singolo codice per rapportarsi con i vari Enti pubblici, evitando di dover ricordare ogni volta password numeriche e codici di accesso diversi. Ad annunciarlo è stato il Ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, che attraverso un tweet, utilizzando l’hashtag #Repubblicasemplice, ha reso noto l’accordo tra Stato, Regioni e Comuni sull’Agenda per la Semplificazione: “tempi certi su digitale, fisco, welfare, edilizia, impresa”, i cinque campi di intervento previsti dall’Agenda per le Semplificazioni 2015-2017.

La prima fase, che verrà avviata nell’aprile del prossimo anno, avrà come obiettivo quello di raggiungere entro dicembre 2017 circa 10 milioni di utenti. Inoltre, entro settembre 2015 è previsto l’accesso di 3 milioni di cittadini ai servizi on line. Il PIN unico si chiamerà “SPID” – Sistema pubblico di identità digitale” – e nella fase iniziale sarà attivo solo per alcune amministrazioni, tra cui INPS, INAIL e Agenzia delle Entrate, alcune Regioni (Emilia Romagna, Friuli V.G., Liguria, Marche, Piemonte e Toscana) e tre Comuni (Firenze, Lecce, Milano).

Nello specifico, nel documento programmatico sull’Agenda per le Semplificazioni 2015-2017 – scritto e concordato dal Ministero per la Semplificazione e la PA con le Regioni e i Comuni – vengono indicate 38 procedure di snellimento da concretizzarsi nei tempi dichiarati, al fine di ridurre di circa il 20% i costi degli oneri di adempimento che gravano su cittadini e imprese.   Inoltre, tra gli obiettivi del programma è prevista anche la marca da bollo digitale. La stessa Agenzia delle Entrate ha recentemente approvato, con il provvedimento direttoriale n. 146313/2014, il modello per la dichiarazione dell’imposta di bollo assolta in modo virtuale, con le relative istruzioni e le specifiche tecniche per la trasmissione telematica.

Il modello in questione dovrà essere utilizzato a partire dal 1 gennaio 2015 da parte dei soggetti autorizzati all’assolvimento dell’imposta di bollo in modalità telematica – tra cui istituti di credito, intermediari assicurativi, Poste italiane, società ed enti finanziari – presentando la dichiarazione con l’indicazione del numero degli atti e dei documenti emessi nell’anno precedente. Il modello dovrà essere trasmesso all’Agenzia delle Entrate per via telematica, utilizzando i servizi messi a disposizione dall’Agenzia stessa. Per il pagamento telematico della marca da bollo è necessario che le PA si connettano al Nodo dei pagamenti SPC (ossia, la piattaforma tecnologica per l’interconnessione e l’interoperabilità tra le Pubbliche Amministrazioni e i Prestatori di Servizi di Pagamento prevista dall’art. 81, comma 2-bis del CAD), disponendo di un software gratuito, messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, in grado di verificare l’apposizione della marca da bollo via internet. La marca da bollo digitale potrà essere acquistata attraverso il servizio @e.bollo che associa l’Identificativo Univoco Bollo Digitale (IUBD) all’impronta del documento da assoggettare ad imposta.

L’imposta verrà considerata assolta solo in presenza di corrispondenza tra l’impronta del documento soggetto a bollo e l’impronta del documento contenuta nella marca da bollo digitale. In una prima fase, il servizio @e.bollo sarà esclusivamente disponibile sui siti internet delle Amministrazioni che offrono servizi interattivi per l’acquisizione delle istanze a loro dirette, o sui siti internet degli intermediari. In una fase successiva verranno attivate anche le procedure di pagamento della marca da bollo digitale per gli atti scambiati tra cittadini e Pubbliche Amministrazioni via posta elettronica. Difatti, nei prossimi mesi l’Agenzia delle Entrate e l’Agenzia per l’Italia Digitale renderanno pubblico l’elenco delle PA che attiveranno i servizi e quello degli intermediari che forniranno il servizio di pagamento e di emissione della “marca da bollo digitale”, oltre a una guida operativa per i contribuenti.

Per quanto concerne i tempi per la dematerializzazione dei bolli, la conclusione della fase pilota è prevista entro il primo semestre 2015 – semestre che vedrà coinvolto solo un esiguo numero di amministrazioni e prestatori di servizi di pagamento –  mentre nei successivi 18 mesi il sistema sarà esteso a tutte le altre amministrazioni. Nello specifico si prevede che la dematerializzazione della marca da bollo sarà disponibile presso le PA centrali e le Regioni entro dicembre 2015; presso il 50% dei Comuni entro il dicembre 2016 e nel 90% dei Comuni entro il dicembre 2017.   Per gli altri pagamenti on line (multe, tributi, rette scolastiche, bollette, etc.) bisognerà aspettare, invece, la fine del 2016, così come stabilito dal cronoprogramma dell’Agenda per le semplificazioni.   Questi interventi di semplificazione e riduzione dei costi, per quanto – negli intenti – risultino efficienti, necessitano però della completa connessione di tutte le PA al Nodo dei Pagamenti SPC, in quanto sussistono dei forti ritardi in tal senso che vanno non solo monitorati, ma anche colmati, al fine di consentire a tutti di poter usufruire di questi benefici.

 

 

FONTE: ANORC – Associazione Nazionale per Operatori e Responsabili della Conservazione Digitale

 

 

 

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