E’ durata 20 anni l’attesa, ma oggi è realtà. Per la prima volta ad Arezzo, in occasione dell’apertura della 9° edizione del Forum Risk Management i Direttori Generali delle Asl di tutta Italia e appartenenti alle 2 Federazioni (FIASO e Federsanità Anci), si ritrovano per discutere su quello che sarà il nuovo ruolo del Direttore Generale nella sanità che cambia.
I Direttori Generali, ricorda Enrico Desideri – Presidente Vicario di Federsanità Anci e Coordinatore Nazionale Direttori Generali di Federsanità – ritengono che sia quanto mai urgente compiere uno sforzo di analisi puntuale, documentata, non autoreferenziale, per meglio analizzare le tematiche che oggi si impongono, con forza, nel dibattito nazionale ed internazionale. “Saranno esaminate, prosegue Desideri, le opportunità offerte dalle nuove forme organizzative per la presa in carico multiprofessionale ed integrata dei malati cronici, valorizzando le grandi potenzialità della medicina del territorio e delle cure rese a domicilio, magari con il supporto di tecnologie innovative per il monitoraggio dei parametri vitali.
Approfondiremo, prosegue Desideri, l’evoluzione normativa che in questi ultimi 20 anni ha modificato, in modo rilevante, l’impostazione e l’organizzazione concreta nelle varie esperienze regionali; sarà, infine, opportunamente esaminato il nuovo profilo e la qualificazione necessaria per le Direzioni delle Aziende Sanitarie, dando il meritato valore all’esperienza maturata dalle Direzioni Strategiche fino qui, e ciò, alla luce della preannunciata legge di revisione delle competenze Stato – Regioni, nonché alla luce del continuo processo di accorpamento degli ambiti territoriali delle Aziende e della prevista istituzione dell’Albo Nazionale Unico dei Managers della Sanità. “Il Patto per la salute e i probabili sacrifici imposti alla sanità dalla manovra economica 2015 siano l’occasione per alzare l’asticella della qualità del management sanitario e non pretesto per proporre, più o meno surrettiziamente, l’abrogazione delle Aziende – Francesco Ripa di Meana Presidente FIASO, strutture che non poco hanno contribuito in questi anni alla sostenibilità del nostro Ssn”.
“La FIASO – ribadisce il suo Presidente- ha sempre ritenuto che il valore della aziendalizzazione e la qualità dei manager devono essere misurati valutando i risultati raggiunti e in un sistema che li riconosca. Da anni la Federazione di Asl e Ospedali riflette sulla dimensione ideale delle aziende senza preclusioni, né rispetto ai processi di riaccorpamento né riguardo a una loro più capillare distribuzione sul territorio. Ipotizzare però di ridurre a poche decine le oltre 200 aziende sanitarie ed ospedaliere significa, di fatto, decretarne l’abolizione, trasformandole in mega-enti a diretta gestione politica anziché manageriale. Gli effetti di questa operazione priverebbero il sistema di uno spazio di ricerca di soluzioni che tengano conto, contemperandoli, dei punti di vista di professionisti e cittadini, con il rischio di riportarci indietro, alla crisi degli anni ‘80 ”. “In tempi di crisi può essere scandaloso non rinunciare a un premio di produttività, come proposto da più di un Governatore – commentano i Direttori di FIASO e Federsanità Anci, Nicola Pinelli e Enzo Chilelli – Il problema è che questa rinuncia arriva a quasi quindici anni di distanza dall’ultimo adeguamento economico di Direttori generali, sanitari ed amministrativi e a un susseguirsi di tagli sulla retribuzione base”. “Ricordiamo che la retribuzione media annua dei Dg è di circa 136 mila euro lordi, inferiore a quella dei loro più stretti collaboratori, direttori di Unità operative complesse.
Così come è distante dai 222 mila euro di retribuzione media dei manager che nel privato dirigono aziende con fatturati e complessità decisamente inferiori, ma anche lontana dalle retribuzioni medie dei direttori generali e delle Aziende di Stato”. “Sono numeri da ricordare non per difesa d’ufficio sindacale, ma per ribadire -sottolineano Chilelli e Pinelli – che proprio quando le risorse scarseggiano è importante investire nella qualità del management. La stessa che dalla nascita delle Aziende sanitarie ha permesso di passare da un’inflazione sanitaria a doppia cifra alla tenuta dei bilanci contestuale a quella della qualità dell’offerta. Come confermato dall’ultima indagine Bloomberg, che colloca il nostro Ssn al primo posto in Europa per qualità e sostenibilità economica”.
“All’interno del dibattito sui manager sanitari con i “super stipendi” sopra indicati – concludono Chilelli e Pinelli -, si inserisce anche la “soluzione”, panacea di tanti mali, ovvero la riduzione delle Aziende sanitarie (e, quindi, dei manager). Da ultimi, il governatore toscano Enrico Rossi ha annunciato di voler ridurre le Aziende sanitarie e ospedaliere da 16 a 3, l’assessore alla salute piemontese Antonio Saitta ha detto che 19 Asl sono troppe ed anche il governatore lombardo Roberto Maroni sta pensando ad un ridisegno della sua sanità. Eppure, esistono molti studi internazionali che escludono la possibilità di recuperare subito risorse da manovre di questo tipo, all’interno di sistemi organizzativi già complessi, e che prima di vedere vantaggi economici ci vogliono anni e sacrifici, anni che i sistemi sanitari non sono quasi mai in grado di aspettare, perché la sanità non si occupa di cose ma di persone”.
FONTE: AgenParl – Agenzia Parlamentare per l’Informazione Politica ed Economica
AUTORE: Floriana Cutini