Fonti rinnovabili ed efficienza, green job, trasporto sostenibile e veicoli ecologici, innovation tecnology, eco design industriale, piattaforme di start-up… Alla Fiera di Rimini è arrivato, dal 5 all’8 novembre, la diciottesima edizione di “Ecomondo”: la manifestazione internazionale sul recupero di materia ed energia e lo sviluppo sostenibile.
Sono arrivati 100mila operatori da tutto il mondo, compresa l´area euro-mediterranea alla quale la manifestazione guarda con interesse. Sedici i padiglioni espositivi, centinaia i convegni e i seminari in programma. All’interno di Ecomondo si sono svolte inoltre Key energy (su energia e mobilità sostenibile), Key wind (sull’eolico), Cooperambiente (sulle coop del settore), H2R (Mobility for sustainability) e Citta sostenibili, un’area espositiva dedicata alle buone pratiche verso la smart city pensata insieme a Legambiente. Inoltre, nelle prime due giornate focus sugli “Stati generali della green economy” organizzati dalla “Fondazione sviluppo sostenibile” e dal Ministero dell´ambiente.
Fra i molti appuntamenti archiviati, infine, l’assemblea annuale della “Federazione italiana media ambientali” che ha organizza per l’occasione anche una cena green con la partecipazione di Diego Parassole, il comico di Zelig, che presenta in anteprima il suo nuovo libro (scritto a quattro mani con Ricardo Piferi, edizione Scienza Express) sulla qualità alimentare.
Voci in ordine sparso sono giunte da diversi protagonisti che hanno partecipato alla manifestazione. Il focus, come d’altronde previsto, è ruotato attorno allo stato della Green Economy in Italia. Essa, da sola, può rappresentare un’opportunità per fronteggiare la recessione economica, fare innovazione e quindi avviare una nuova fase di sviluppo industriale sostenibile e competitivo in Italia ed in Europa. Ma l’ambito richiede ricerca industriale, una maggiore cooperazione fra pubblico e privato, finanziamenti, nuovi standard di qualita’ e una maggiore e migliore comunicazione.
Vengono richiesti maggiore risparmio e maggiore efficienza nell’uso di materie prime, un uso sempre maggiore di materie prime rinnovabili, materie seconde o rifiuti, e, allo stesso tempo, l’adozione di processi e di sistemi produttivi piu’ efficienti e sostenibili e la progettazione e produzione di prodotti riciclabili, piu’ biocompatibili e/o biodegradabili degli attuali.
L’adozione di biomasse prime e seconde e di rifiuti organici quali materie prime alternative alle risorse fossili unitamente a processi di trasformazione piu’ specifici e sostenibili sono alla base della biobased economy europea, pilastro centrale della bioeconomia europea che registra un turnover di oltre 2.000 miliardi di € annui e oltre 21.5 milioni di posti di lavoro.
La valorizzazione dei rifiuti delle filiere dell’edilizia, della ceramica, della chimica, del metallurgico, dell’acciaio, etc., e’ un’opportunita’ di innovazione e di sviluppo per una filiera complessiva europea di 450.000 imprese, 6.8 milioni di posti di lavoro e di 1.600 miliardi di € di fatturato. Queste nuove frontiere richiedono ricerca ed innovazione, una forte aggregazione fra l’universita’/ricerca pubblica e l’industria e maggiore “simbiosi industriale” che diano vita a nuove value chain.
FONTE: La Nuova Ecologia – Network di Legambiente