Delineate le due aree sulle quali intervenire in vista del semestre di Presidenza italiana all’Ue: la presenza della criminalità nel controllo dei flussi migratori e la loro influenza nei circuiti produttivi 

«In vista del semestre di Presidenza italiana dell’Unione europea abbiamo individuato due macro-aree di intervento nel terreno della legalità e della sicurezza: la presenza delle organizzazioni criminali nel controllo dei flussi migratori e la loro influenza nei circuiti produttivi più rilevanti». Sono le priorità illustrate dal ministro dell’Interno Angelino Alfano nel corso dell’audizione che si è svolta oggi alla Camera dei Deputati in sede di Commissione parlamentare di inchiesta sulle realtà mafiose.

Per un efficace intervento nei confronti del predominio delle associazioni malavitose sull’emigrazione e gli sbarchi di cittadini extra-comunitari, Alfano punta con forza sul contrasto alla tratta di esseri umani, sul partenariato strategico con i Paesi di origine degli immigrati, sulla centralità del ruolo di Frontex nella sorveglianza delle frontiere e delle reti di collegamento.

Sul terreno della penetrazione ed inquinamento illegale del tessuto produttivo, il titolare del Viminale ha sottolineato che si deve, «aggredire in ottica comunitaria e sovranazionale i patrimoni malavitosi congelando e confiscando i beni anche in assenza di condanne penali, combattere la criminalità informatica, fronteggiare il riciclaggio, le occasioni di corruzione e arricchimento illecito, le frodi nell’assegnazione di appalti pubblici, favorire lo scambio dei dati fra Europol e Interpol, attuare la strategia europea contro il traffico di droghe».

Il ministro dell’Interno è poi intervenuto sul problema dei rifiuti, «la filiera di smaltimento da parte della criminalità organizzata, ha evidenziato, segue un percorso ben preciso nel territorio nazionale: al nord vengono prodotti gli scarti industriali, le regioni del centro costituiscono il punto di appoggio e smistamento del traffico, le aree del Mezzogiorno ne rappresentano il terminale grazie a una saldatura tra realtà camorristiche e tessuto imprenditoriale». Negli ultimi tempi ha proseguito il ministro, «è stata riscontrata un’intensificazione nelle attività di interramento di materiale di scarto in cemento in cave abusive da parte delle associazioni malavitose».

Altro punto esaminato sono le infiltrazioni malavitose e mafiose nel gioco d’azzardo e nello sport, fenomeno che ha conosciuto un notevole incremento grazie all’enorme volume di affari del comparto e a forti legami con sodalizi criminali esteri in una dimensione transnazionale. Alfano ha illustrato i campi di interesse e di intervento delle differenti organizzazioni criminali, «un’attenzione privilegiata da parte di Cosa Nostra nel controllo delle sale gioco per il riciclaggio di capitali illeciti e l’assegnazione di posti di lavoro a persone affiliate e loro familiari, la gestione da parte della ‘ndrangheta del gioco d’azzardo in regioni lontane dalla Calabria, la penetrazione della Camorra, soprattutto del clan dei Casalesi e dei loro fiancheggiatori nelle regioni del centro-nord e in Romania, l’ingresso della Sacra corona unita nelle sale da gioco e nelle connesse attività usurarie, nonché nella manipolazione di manifestazioni calcistiche». In merito il tiolare del Viminale ha annunciato che il Governo ha promosso, «un’intensa collaborazione con Germania, Svizzera, Canada, Romania, Albania, Olanda e Regno Unito per individuare e colpire i patrimoni mafiosi esportati all’estero e disegnare una mappa articolata dei beni malavitosi».

Nessuna infiltrazione da parte dei gruppi mafiosi, ha precisato il ministro, è stata rilevata nei movimenti di protesta contro l’Alta velocità ferroviaria in Val di Susa e gli impianti Muos in Sicilia.

Per contrastare il riciclaggio e i reati finanziari, ha concluso il titolare del Viminale, «è necessario procedere alla digitalizzazione integrale della Pubblica amministrazione e del rapporto con le imprese in forma telematica nonché alla pubblicazione online della certificazione antimafia. Mentre per l’introduzione del reato di auto-riciclaggio nel nostro ordinamento, da molti ritenuti utile per eliminare la zona grigia del reimpiego di fondi illeciti rilevanti nel tessuto economico, è bene rimuovere dubbi e incertezze giuridiche e il Governo è pronto a intraprendere un’iniziativa in merito».

FONTE: Ministero dell’Interno