L’incontro tra i Comuni e il Governo per discutere dei tagli imposti dalla legge di stabilità ha evidenziato punti di vista diversi fra le due delegazioni: da una parte il presidente dell’Anci, Piero Fassino, ha sostenuto che le riduzioni imposte dal Governo non si limitano a 1,2 miliardi finora annunciati, ma arrivano a 3,5-3,7 miliardi. Dall’altra, il Governo che non condivide i conteggi messi a punto dagli esperti di Ifel, l’Istituto per la finanza creato da Anci e che istituisce un tavolo di lavoro per verificare la compatibilità finanziaria dei tagli imposti non solo ai Comuni, ma anche a Province e Città metropolitane, per le quali il taglio previsto ammonta ad 1 miliardo. Durante l’incontro, il premier non ha lasciato spazio alla trattativa: “Noi vogliamo mantenere questi saldi, su questo non si discute, ma se avete controproposte entro questo perimetro siamo pronti a discuterne”.
Ha assicurato, però, che “in prospettiva faremo una local tax al posto della miriade di tasse e tributi”. Un concetto ribadito anche dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, al termine dell’incontro, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi. Dopo aver sottolineato che “il premier Matteo Renzi ha sostenuto che il contributo chiesto ai Comuni è proporzionale e sopportabile alla riforma complessiva del bilancio dello Stato visto che tagliamo le tasse per 18 mld”, Delrio ha assicurato che autonomia organizzativa e fiscale verranno garantite. “Si raggiungeranno entro la stesura finale della legge di stabilità la completa libertà dei Comuni nella modalità con cui raggiungono i saldi e la completa autonomia fiscale, ovvero un’unica tassa che comprenda tutte le tasse comunali- ha sottolineato il sottosegretario – Poichè ci sono divergenze sull’impatto della manovra si è poi deciso di dare piena disponibilità a un tavolo tecnico già dalla settimana prossima per un approfondimento tecnico e politico in grado di risposte pronte ai Comuni a cui ci sentiamo vicini”, ha concluso Delrio. Diversa la valutazione dei Comuni, secondo i quali ai tagli per 1,2 miliardi, vanno sommati 300 milioni di minori trasferimenti dovuti alle passate manovre, più l’impatto che deriva dalla creazione del Fondo per i crediti di difficile esigibilità, oltre alla nuova contabilità prevista dal 1 gennaio 2015 e ad altre misure, per un intervento a carico dei Comuni che pesa per 3,5-3,7 miliardi.
“Molte città – ha chiarito Fassino – vedranno una diminuzione di risorse insostenibile e non potranno rispettare il Patto di stabilità. A rischio sono anche le Città metropolitane e le Province di secondo livello. Per non parlare del fatto che se la riduzione delle risorse verrà confermata fino al 2017, queste istituzioni non sono in grado di vivere, di stare in piedi”. Più ottimista il giudizio del Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia: “È stato un incontro dialogante, utile e positivo. Di fronte a delle richieste c’è bisogno di tempo per valutare. Avremo delle risposte in tempi brevi” Il presidente dell’Upi, Alessandro Pastacci, ha posto, tra gli altri, anche il tema del personale delle Province, “su cui abbiamo chiesto al Governo tutte le garanzie”.
Inoltre, come già annunciato, si terrà oggi, martedì 4 novembre alle ore 15:00 a Palazzo Chigi, il secondo vertice tra Anci e governo per discutere della Legge di stabilità. Sindaci ed Esecutivo si vedranno di nuovo, per fare il punto della situazione dopo la riunione del 29 ottobre quando il presidente Fassino ha espresso “seria preoccupazione per gli impatti che la manovra avrà sui Comuni”.
“La rappresentazione mediatica – ha detto Fassino nel primo incontro col governo – parla di una riduzione di spesa per 1,2 miliardi ma a qusti vanno aggiunti 300 milioni che derivano da provvedimenti 2013 e 2014 che hanno ricadute sugli esercizi 2015. La manovra, poi, prevede l’istituzione di un fondo per i crediti di difficile esigibilità, inserito nella spesa corrente e quindi soggetto al patto di stabilità, che significa ridurre ulteriormente le risorse per la spesa. Ci sono poi il miliardo in meno su Città metropolitane e nuove Province e le regole del nuovo sistema di contabilità, per un saldo negativo – ha rimarcato il presidente dell’Anci – che oscilla tra i 3,5 e i 3,7 miliardi di euro; tagli che rischiano di vanificare gli spazi aperti con l’allentamento per un miliardo del patto di stabilità. Questi sono i calcoli del nostro istituto per la Finanza locale. Il governo ha una valutazione diversa; per questo metteremo a confronto i nostri tecnici per un punto di condivisione comune sugli impatti della legge di bilancio”.
Nel vertice di mercoledì 29, Fassino è anche tornato su quanto detto nell’ultimo Ufficio di presidenza, quando ha ricordato che “dal 2010 ad oggi, il contributo chiesto ai Comuni è stato di circa 17 miliardi” e quindi “oneri aggiuntivi aprirebbero problemi di sostenibilità”. Tuttavia il presidente Anci ha ribadito al governo che i Comuni non vogliono sottrarsi al risanamento ma “per contribuire all’uscita dalla stagnazione in cui si trova il Paese, i Comuni devono essere messi nelle condizioni di poterlo fare”.
FONTI: ASFEL – Associazione Servizi Finanziari Enti Locali; ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani