E’ prevista a giorni la pubblicazione del DCPM sullo Spid: ne pubblichiamo qui una bozza che è definitiva nella sostanza, essendo già passata da Bruxelles. In parallelo avanza l’iter di altri cinque provvedimenti, che completeranno il pacchetto di regole e norme sull’identità digitale: entro dicembre. Ecco la roadmap e i vantaggi che ci si aspettano da questa novità.

Arriverà a giorni il primo decreto di attuazione della normativa sull’identità digitale (è un DCPM), essendo già passato da Bruxelles. Ne pubblichiamo qui la bozza che inviata alla Commissione europea. Il decreto sarà uguale nella sostanza, a quanto risulta: la bozza ha subito qualche modifica formale, di semplificazione e aggiustamento lessicale. Restano invariati lo schema del decreto, gli stessi paletti e l’architettura.

In parallelo l’Agenzia per l’Italia digitale sta lavorando su cinque provedimenti, che completano il pacchetto dello Spid: le regole tecniche, le modalità applicative, le modalità di accreditamento degli identity provider, le modalità con cui si importano in Spid le identità precedenti e gli schemi di convenzioni con altri soggetti (identity, service e attribute provider; il più complicato sarà il primo). I primi quattro punti dovranno essere concertati con il Garante della Privacy. Le regole tecniche sono le specifiche dell’interfaccia già pubblicate e quindi dovrebbero arrivare senza indugi. Il resto del pacchetto è previsto in 60 giorni, quindi entro dicembre: l’Agenzia procede con la roadmap, senza ritardi, considerano che la norma primaria vuole l’avvio dello Spid entro aprile 2015. Da gennaio ci saranno i primi gestori che chiederanno di essere iscritti come identity provider e quindi l’Agenzia comincerà l’istruttoria per selezionarli.

Fin qui la roadmap. A questo punto val la pena ricordare ed esemplificare perché è importante Spid. Ne abbiamo già parlato, ma val la pena chiarire alcuni aspetti.

L’Agenzia definisce lo Spid “insieme aperto di soggetti pubblici e privati che, previo accreditamento da parte dell’Agenzia per l’Italia digitale, gestiscono i servizi di registrazione e di messa a disposizione delle credenziali e degli strumenti di accesso in rete nei riguardi di cittadini e imprese per conto delle pubbliche amministrazioni”.

“Con l’istituzione del Sistema Pubblico per la gestione dell’Identità Digitale di cittadini e imprese (SPID) le pubbliche amministrazioni potranno consentire l’accesso in rete ai propri servizi, oltre che con lo stesso SPID, solo mediante la carta d’identità elettronica e la carta nazionale dei servizi. Il termine entro il quale tale disposizione entrerà in vigore sarà stabilito con il decreto attuativo. La possibilità di accesso con carta d’identità elettronica e carta nazionale dei servizi resta comunque consentito indipendentemente dalle modalità predisposte dalle singole amministrazioni”.

Sì, ma perché l’Italia fa lo Spid, in ultima analisi? Due i motivi essenzialmente, secondo l’Agenzia per l’Italia digitale.

  • L’Italia soffre di scarsa cultura digitale. Dando un’identità digitale semplice e gestita dallo Stato, incoraggiamo l’uso di servizi internet della pubblica amministrazione e dei privati che aderiranno a Spid.
  • L’Italia è in ritardo nell’e-commerce. Uno Spid dedicato all’e-commerce potrebbe aiutare l’Italia a sfruttare meglio i canali digitali per esportare i prodotti del made in Italy.

Aggiungiamo un terzo motivo, che non sarà evidente a tutti: lo Spid è primo sistema che implementa i regolamenti europei Eidas. Consentirebbe agli operatori italiani di essere in prima linea per esportare servizi in altri Paesi. Val la pena chiarire subito un possibile equivoco: Spid sarà compatibile con Eidas, che ne assicurerà l’interoperabilità a livello europeo. Nessun rischio insomma che Eidas renderà obsoleta la soluzione italica.

Piuttosto, bisognerà chiedersi un’altra cosa: quanto saranno attraenti, utili e interessanti i servizi accessibili via identità digitale? Al momento non è chiaro. Quella dei servizi eGov è una partita ancora da costruire, in realtà. Anche per questo motivo sarà importante il coinvolgimento dei privati, in Spid: perché l’identità digitale consenta da subito un accesso rapido anche ai loro servizi via internet.

 

 

Consulta l’allegato: Bozza decreto SPID

 

FONTE: Agenda Digitale (www.agendadigitale.eu)

AUTORE: Alessandro Longo

 

 

impronte digitali tech