Raddoppiati in dieci anni il numero ed i dipendenti delle imprese sociali italiane. Fra il 2003 ed il 2012 le imprese sono passate da 8.500 a circa 17.600 unità mentre gli addetti del settore hanno superato le 400.000 unità. E anche se per il 2014 il saldo occupazionale è previsto in calo (-0.8%) resta migliore rispetto alle aspettative del complesso dell’imprenditoria italiana (-1.5%).

Sono in particolare le figure high skill e il personale con elevato livello di istruzione e di esperienza i lavoratori sui quali le imprese sociali puntano maggiormente per sostenere la crescita. E’ quanto emerge dall’indagine Excelsior sul settore presentata da Claudio Gagliardi, segretario generale di Unioncamere nel corso delle Giornate di Bertinoro per l’economia civile, promosse dall’Aiccon – l’Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit.

“Le imprese sociali si confermano un soggetto di assoluto rilievo nel tessuto produttivo del nostro Paese. Perchè costituiscono  – ha aggiunto Gagliardi – un modello di impresa che crea maggiore occupazione e produce innovazione sociale. Un modello che dimostra di saper combinare la crescita economica con il benessere sociale, attraverso una sempre stretta integrazione tra imprese “non profit” e imprese “profit”. Ma questa ‘ibridazione’ ha bisogno anche di luoghi istituzionali che contribuiscano a favorirla e rafforzarla nelle realtà territoriali. In questo senso, la Camera di Commercio rappresenta il naturale punto di riferimento delle imprese sociali secondo una logica di sussidiarietà.”

 

FONTE: Unioncamere

 

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