Intervento del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, alla sessione di apertura della Seconda Edizione del Forum per il Dialogo tra la Svizzera e l’Italia.
(Berna, 30 gennaio 2014)
(Fa fede il testo che viene letto)
E’ un grande piacere ed onore per me intervenire all’apertura della Seconda Edizione del Forum per il Dialogo tra la Svizzera e l’Italia.
Porto con me i saluti del Presidente del Consiglio Enrico Letta, che non è potuto essere qui e che intende riprogrammare quanto prima la sua visita a Berna.
Rivolgo al Presidente della Confederazione Svizzera, Didier Burkhalter, il mio più caloroso ringraziamento per la sua presenza anche quest’anno al Forum e per il suo forte e costante impegno per il rilancio dei rapporti tra i nostri due Paesi.
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La collaborazione fra la Svizzera e l’Italia è eccellente. Ne troviamo conferma nello spirito di amicizia e di buona volontà con cui sono affrontate quotidianamente le tante sfide che il vicinato comporta.
I nostri due Paesi sono vicini, non solo geograficamente. Condividono una gamma di valori storici e culturali ed una vitale comunanza linguistica.
La storia dei nostri due Paesi si è spesso intrecciata.
La Confederazione elvetica fu il secondo Stato europeo a stabilire rapporti con l’appena nato Regno d’Italia. Il sentimento di solidarietà che ci fu allora dimostrato è ancora oggi vivo nelle nostre memorie.
La Svizzera ha accolto e dato lavoro a molti nostri connazionali. Ha anche dato rifugio a tanti italiani nei momenti difficili della nostra storia.
Quelli che si battevano dietro le barricate durante il Risorgimento, chi si opponeva al fascismo o chi doveva fuggire a causa delle leggi razziali. Molti di loro hanno trovato riparo in territorio elvetico.
Ma non solo.
L’Italia, ma direi più in generale la cultura europea, è fortemente segnata dalle idee di libertà e di centralità della persona elaborate dalla Patria di Rousseau e Constant.
La Confederazione elvetica ha inoltre saputo unire comunità e culture in una forte identità nazionale, pur nel rispetto delle diversità, ispirando Paesi come il nostro, che si riconoscono nella prospettiva di un’Unione politica europea realmente federale.
In questi anni, abbiamo assistito ad un intenso sviluppo delle nostre relazioni bilaterali, caratterizzato da un regolare scambio di visite di alto livello e da periodiche consultazioni sui temi bilaterali, europei ed internazionali.
Ed è proprio in questo quadro di consolidamento dei nostri rapporti che si inserisce – ed è fortemente voluta da parte nostra e dei nostri amici svizzeri – la prossima visita di Stato del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in programma il 20 e 21 maggio prossimi.
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Siamo quindi vicini, abbiamo rapporti storici, politici e culturali profondi, una strettissima cooperazione economica ed una collaborazione di assoluto rilievo nei settori energetico e dei trasporti.
Ma non sempre questo è percepito dal vasto pubblico.
La comunità di origine italiana in Svizzera è di oltre 600 mila persone, circa 60 mila frontalieri italiani lavorano nel Ticino, l’italiano è una delle lingue ufficiali della Confederazione Elvetica.
Eppure, non ci conosciamo abbastanza!
Il Foro di dialogo italo-svizzero offre un’occasione unica di contatto ai rappresentanti dei Governi, dei Parlamenti, del mondo economico, ma anche della società civile in senso lato. Ognuno con un bagaglio di conoscenze parziali, che devono essere condivise per far progredire le nostre relazioni bilaterali.
Momenti come questi sono, a mio avviso, unici anche perché consentono un confronto franco e costruttivo e rappresentano quindi una risorsa essenziale per approfondire la comprensione reciproca.
Questa è la grande forza del Forum e mi sembrano particolarmente stimolanti i temi selezionati per la discussione di quest’anno. 3
Da parte mia mi soffermerò brevemente sui rapporti economici, sulla relazione della Svizzera con l’UE ed accennerò infine al negoziato bilaterale in materia fiscale e finanziaria.
Tuttavia, prima di passare alla trattazione di tali temi, mi preme fare un breve cenno anche all’importanza della tutela dell’italiano come lingua ufficiale della Confederazione.
Plaudo pertanto alla creazione del Forum per la lingua italiana, un’iniziativa del Cantone Ticino e del Cantone dei Grigioni.
Al tempo stesso, devo però manifestare una certa preoccupazione per la decisione di un altro Cantone di ridurre l’offerta dell’insegnamento dell’italiano per motivi di bilancio.
Mi auguro che tale provvedimento sia oggetto di un’ulteriore riflessione.
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I nostri due Paesi hanno in comune un tratto che ci ha unito e che continuerà ad essere il cemento più vigoroso della nostra collaborazione economica: entrambi abbiamo sopperito alla scarsità di risorse naturali e alle sfide di un territorio prevalentemente montuoso, con la volontà e l’ingegno.
Un’altra particolarità dei nostri rapporti economici è data dal fatto che larga parte del traffico commerciale tra l’Italia ed il Nord Europa passa attraverso il territorio svizzero.
La Svizzera sta compiendo ingenti investimenti per trasferire il traffico pesante su rotaia, con il potenziamento dei tunnel ferroviari.
Particolarmente rilevante è stata l’apertura nel 2009 della galleria di base del Loetschberg. Attendiamo anche il completamento nel 2016 della nuova galleria del San Gottardo, la più lunga del mondo (57 km), che permetterà di collegare Milano a Zurigo più rapidamente.
Il progetto AlpTransit prevede lavori anche sul territorio italiano, in particolare sugli assi Milano – Chiasso e Sempione, sulla base di un accordo di cooperazione firmato il 28 gennaio scorso dal Ministro Lupi e dal Consigliere federale Leuthard. 4
Tali lavori faciliteranno l’accesso alle infrastrutture svizzere del San Gottardo e del Sempione-Loetscberg, con ricadute importanti in primo luogo per gli operatori economici dei due Paesi, che potranno beneficiare di un servizio di trasporto più efficiente.
L’ interscambio tra i due Paesi ha mantenuto nel 2012 un trend positivo ed è risultato pari a circa 33 miliardi di euro. L’Italia è il secondo partner commerciale della Svizzera. Per noi la Svizzera rappresenta il settimo mercato di esportazione.
I rapporti commerciali si concentrano su un’ampia gamma di settori: dai medicinali alle macchine industriali, dai metalli e prodotti di metallo all’energia elettrica.
In effetti, la Svizzera è un importante fornitore di energia elettrica per l’Italia, tanto da rappresentare circa il 40% delle nostre importazioni.
La Confederazione elvetica è anche un Paese di transito strategico per gli approvvigionamenti di gas naturale diretti al nostro Paese.
E non solo.
La società svizzera AXPO, già molto attiva sul nostro mercato, detiene una quota del 5% nel consorzio multinazionale della Trans Adriatic Pipeline, la cui sede si trova a Baar, in Svizzera.
Il consorzio è impegnato nella realizzazione – strategica per il nostro Paese – del tratto europeo del c.d. “corridoio meridionale” per il trasporto del gas naturale azero in Italia.
La Svizzera ha un ruolo fondamentale per il nostro Paese anche sul fronte degli Investimenti Diretti Esteri.
Con un totale di più di 20 miliardi di Investimenti Diretti Esteri in Italia, la Confederazione elvetica contribuisce al mantenimento di circa 78.000 posti di lavoro. 5
Mentre in passato tali investimenti erano essenzialmente riconducibili a banche private e compagnie assicurative, oggi si osserva una più marcata diffusione di altri erogatori di servizi, ad esempio: Swisscom, SBB Cargo, Swiss Post e le compagnie elettriche EGL, Alpig e BKW.
Un altro fertile terreno d’incontro della nostra collaborazione è quello di EXPO 2015.
Siamo grati alla Svizzera per essere stato il primo Paese ad aderire all’Esposizione di Milano e per il consistente investimento del Governo elvetico per la realizzazione del suo Padiglione.
Accoglieremo quindi con grande piacere il Presidente Burkhalter in visita a Milano la prossima estate.
Infine.
Sono sicuro che i nostri rapporti economici sono destinati a intensificarsi ulteriormente grazie al piano Destinazione Italia adottato dal Governo Italiano alla fine dello scorso anno.
Il piano definisce un complesso di misure per favorire, in modo organico e strutturale, l’attrazione degli investimenti esteri e per promuovere la competitività delle imprese italiane.
Le misure mirano innanzitutto:
– a riformare un ampio spettro di settori, dal fisco al lavoro, dalla giustizia civile alla ricerca;
– a valorizzare i nostri assets;
– ad attuare una strategia energetica nazionale per abbassare il prezzo dell’energia elettrica e del gas;
– a sviluppare una politica di promozione internazionale del nostro Paese mirata sugli investimenti.
So che il Piano suscita interesse presso l’Associazione delle Banche Svizzere, e mi auguro quindi che il tema venga approfondito nel corso dei lavori del Forum.
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L’analisi delle nostre relazioni bilaterali non può però prescindere dal contesto europeo.
Quasi il 60% delle esportazioni svizzere sono dirette al mercato unico europeo e il 77% delle importazioni proviene dagli Stati membri dell’UE.
L’articolato rapporto della Svizzera con l’Unione Europea non può prescindere da questa realtà economica e dalla sua collocazione geografica al centro dell’Europa.
Dopo aver giustamente sfruttato a lungo una sua rendita di posizione verso l’Europa più integrata ai suoi confini, Berna deve ora ripensare al quadro generale dei suoi rapporti con Bruxelles.
E’ in corso un doppio dialogo tra il Governo elvetico e l’Unione Europea per l’avvio di due distinti negoziati. L’uno, sulla fiscalità del risparmio, che ha ricadute importanti anche per il nostro negoziato fiscale bilaterale con Berna. L’altro, per la soluzione delle c.d. questioni istituzionali, volto a creare una cornice unificata ai circa 120 accordi bilaterali settoriali che oggi regolano i rapporti UE – Svizzera.
Nel semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea, che inizierà a luglio di quest’anno, mi impegnerò personalmente per facilitare il confronto tra la UE e la Svizzera sui dossier di competenza dell’Ecofin.
Sono sicuro che la soluzione di tali questioni porrà le relazioni su basi più solide con ricadute positive per gli operatori economici delle due parti e più in generale sul quadro complessivo delle relazioni della Confederazione elvetica e l’Unione Europea.
Da maggio 2012, è pure in corso un negoziato italo-svizzero in materia finanziaria e fiscale.
Interrotto con la fine del Governo Monti, esso è ripreso in novembre con l’insediamento del nuovo Segretario di Stato alle Finanze, Ambasciatore de Watteville.
Il negoziato riguarda una pluralità di tematiche: un accordo sulla tassazione dei redditi del risparmio; il trattamento fiscale dei lavoratori transfrontalieri; aspetti specifici concernenti il Comune di Campione d’Italia; le black list; l’accesso al mercato dei servizi finanziari; modifica della Convezione contro le doppie imposizioni tra l’Italia e la Svizzera.
I contatti a livello tecnico tra le nostre delegazioni sono proseguiti a ritmo molto serrato.
Da parte mia ho nuovamente incontrato il Consigliere federale Widmer-Schlumpf la scorsa settimana a Davos e di nuovo oggi prima di venire qui.
Nel corso dell’appuntamento odierno ho anche informato il Consigliere federale dell’approvazione venerdì scorso da parte del Governo italiano del decreto legge sulla c.d. voluntary disclosure, ovvero sulla regolarizzazione spontanea dei redditi non dichiarati detenuti all’estero da cittadini italiani e della mancata segnalazione al fisco italiano.
Il pacchetto di misure contenute nel decreto risulta perfettamente allineato alle migliori pratiche internazionali e sarà quindi strumentale alla definizione dell’accordo con la Svizzera sulla c.d. regolarizzazione del passato e sul regime transitorio, prima del definitivo passaggio al regime di scambio automatico di informazioni.
Ho anche chiarito, che da parte italiana, vi sono alcuni aspetti indispensabili per quanto riguarda la regolarizzazione delle posizioni dei contribuenti italiani detentori di capitali in Svizzera. Essa non potrà rappresentare un’alternativa più appetibile della normativa italiana sulla regolarizzazione spontanea così come sarà definitivamente approvata dal Parlamento italiano. In particolare, non potrà essere anonima e non potrà contenere ipotesi di sanatoria, amministrativa e penale, diverse da quelle previste dalla voluntary disclosure
Le misure da noi adottate sulla regolarizzazione spontanea sono quindi un importante presupposto per la prosecuzione dei negoziati ed una premessa – e non un ostacolo – per il raggiungimento di un accordo in materia di tassazione del risparmio. 8
Sono pertanto fiducioso che nei prossimi mesi, grazie al forte impegno di entrambe le parti, verranno fatti ulteriori progressi su tutte le questioni ancora aperte – e non solo sugli aspetti fiscali – per giungere ad un’intesa complessiva, auspicabilmente in vista della visita del Presidente della Repubblica Napolitano, il prossimo maggio.
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Concludo con un saluto al Presidente onorario del Forum, Carlo De Benedetti, e al Direttore Generale della Società svizzera di radiotelevisione, Roger De Weck, che prenderanno la parola tra poco.
Un ringraziamento particolare all’Ambasciatore Bernardino Regazzoni e al Direttore di Limes, Lucio Caracciolo. La loro intuizione ed il loro impegno hanno portato alla realizzazione di questa iniziativa, destinata a crescere e fornire interessanti spunti e stimoli per i nostri due Paesi. Siamo anche lieti che all’iniziativa sia associato il nostro Ambasciatore a Berna, Cosimo Risi.
Grazie e buon lavoro!
FONTE: Ministero dell’Economia e delle Finanze