Dal 2011 ad oggi le tasse sulle rendite dei patrimoni delle fondazioni bancarie sono passate dal 12,50% al 26%. «Avranno oneri fiscali superiori per oltre 90 milioni di euro a quelli che avrebbero avuto. In Europa siamo l’unico Paese che non prevede benefici fiscali sui rendimenti investiti in filantropia», ha sottolineato Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo

Raddoppiate in due anni. Sono le tasse sui rendimenti dei patrimoni delle fondazioni bancarie. Passaggio essenziale: i rendimenti vengono impiegati per attività benefiche di vario tipo, dalla costruzione di alloggi ad affitto scontato al doposcuola per bambini in difficoltà.

Il risultato è che dal 2015 le erogazioni benefiche delle fondazioniu potrebbero fare i conti con un taglio. A mettere in guardia rispetto a questo rischio è stato ieri il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, durante le celebrazioni per la giornata europea delle fondazioni.

«È giusto che le persone sappiano», ha detto Guzzetti, «La tassazione sulle rendite finanziarie è passata da un’aliquota del 12,50%, in vigore sino al 2011, sino al 20% a partire dal 2012 e dal luglio 2014 è pari al 26%». «L’onere impositivo gravante sulla fondazione ha superato i 42 milioni di euro nel 2013», ha continuato Guzzetti, «e, ipotizzando, un reddito costante, è possibile prevedere che nel 2014 e negli anni futuri possa attestarsi oltre i 60 milioni di euro annui».

Come dire: 18 milioni persi per interventi benefici. L’Acri stima che , dal 2015, nell’ipotesi di rendite finanziarie pari a quelle del 2013, le fondazioni bancarie avranno oneri fiscali superiori per oltre 90 milioni di euro a quelli che avrebbero avuto con una tassazione del 12,5%. «In Europa siamo l’unico Paese che non prevede benefici fiscali sui rendimenti investiti in filantropia», ha consluso Guzzetti, «e questo è un trattamento ingiusto».

 

FONTE: VITA (www.vita.it)

AUTORE: Rita Quarzè

 

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