Ad oggi, i professionisti e gli imprenditori che rispettano alcune caratteristiche contributive godono di un regime fiscale avvantaggiato: aliquota sostitutiva al 5 per cento, esenzione dagli studi di settore, dallo spesometro, dalla registrazione e tenuta delle scritture contabili ai fini delle imposte sui redditi e dall’ Irap. Costoro, tra le altre cose, non devono aver percepito, nell’anno fiscale di riferimento, più di 30mila euro di reddito, non aver effettuato acquisti di beni strumentali per un ammontare superiore a 15mila euro e non avere lavoratori dipendenti o collaboratori .
Tale regime, che ha una durata massima di cinque anni e che è stato studiato per favorire alcune tra le categorie maggiormente colpite dalla crisi, quali i giovani o i disoccupati, potrebbe essere radicalmente modificato in peggio. Le commissioni parlamentari, nell’ambito del riordino del sistema fiscale attraverso la legge delega, hanno formulato l’ipotesi di elevare la tassazione al 15 per cento e di introdurre soglie di redditività comprese fra tra i 25mila e i 55mila euro. Potrebbe, inoltre, essere soppresso il limite di cinque anni di permanenza nel regime agevolato, mentre sarebbero confermate le esclusioni da Irap e Iva, dagli studi di settore, dallo spesometro e dalle operazioni black list.
FONTE: CGIA Mestre