Il 29 settembre il Forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio ha portato alla commissione Ambiente della Camera le proprie considerazioni sul decreto approvato il 29 agosto dal governo Renzi, la cui conversione in legge deve arrivare entro il 12 novembre 2014: “Questo provvedimento – la cui costituzionalità è già stata messa in dubbio da autorevoli giuristi – andrebbe lasciato scadere. Che ne è della lotta al consumo di suolo? Che ne è dell’esigenza di salvaguardare i terreni agricoli da ogni ulteriore cementificazione?”

Il 29 settembre, alle 10 del mattino, il Forum Italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio è stato invitato in una audizione informale della commissione Ambiente della Camera dei deputati, per presentare le proprie osservazioni in merito al devastantedecreto “Sblocca Italia”. In precedenza, il 29 ottobre 2013, il Forum “Salviamo il paesaggio” era già stato convocato, di fronte alla stesse commissione, per relazionare in merito ad alcuni provvedimenti di legge in merito al “consumo di suolo”, che oggi paiono completamente accantonati.
Pubblichiamo qui l’intervento del Forum, che Ae ha contribuito ad elaborare. 

Quando il 29 ottobre del 2013 il nostro Forum fu ascoltato per la prima volta da questa Commissione, discutevamo in aula e con voi alcune proposte di legge sul tema del “consumo del suolo”, che dall’inizio della legislatura sembrava diventato un interesse prioritario del Parlamento e del Governo. Tanto che il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina non più tardi  di  qualche  mese  fa  aveva  assicurato  l’approvazione  di  un provvedimento in materia entro la fine del 2014 (o comunque entro l’Expo).
Queste promesse, a oggi, ci paiono lontane anni luce, e se guardiamo ai singoli articoli del cd. decreto “Sblocca Italia” per il quale ci troviamo a intervenire qui oggi (e di cui abbiamo preparato un’analisi di dettaglio, che vi consegnamo), non possiamo che riconoscere che esso calpesta ogni idea di intervento organico sui temi cari alle oltre mille tra associazioni e comitati che hanno dato vita al nostro Forum.
Non potremmo giudicare altrimenti una legge che – tra le altre cose:

– rende possibile con un comma cucito ad hoc la costruzione di un inutile monumento d’asfalto, viadotti e cemento come la Orte-Mestre, progetto già bloccato dalla Corte dei Conti;
– limita il potere di controllo delle Soprintendenze, arrivando a creare una sorta di “dissenso-assenso”;
– limita la capacità d’intervento delle autonomie locali nell’ambito dei processi di valutazione d’impatto ambientale;
– considera strategico e di pubblica utilità “a prescindere” ogni intervento in ambito energetico, aprendo di fatto le porte a quel piano mai sopito che vorrebbe fare del nostro Paese – e in particolare del suo Meridione – un hub metanifero europeo;
– porta all’estremo il proposito di depauperare il patrimonio pubblico, il Demanio, attraverso la sua cessione e “valorizzazione”;
– e infine, invece di prendere atto dell’insuccesso di alcuni grandi progetti autostradali (tra cui il Passante di Mestre e la BREBEMI), offre ai concessionari non una ma due stampelle: la possibile emissione di project bond l’accorpamento delle concessioni “limitrofe”.

Che ne è della lotta al consumo di suolo? Che ne è dell’esigenza di salvaguardare i terreni agricoli da ogni ulteriore cementificazione? C’è in Italia un’immensa fonte di lavoro nelle opere di manutenzione del territorio, delle strade, delle ferrovie, delle scuole, degli ospedali, della pubblica illuminazione, dei mezzi di trasporto pubblico. Ma lo Stato sembra abdicare ai propri compiti per consentire a privati di fare nuovi, enormi profitti sulle spalle dei cittadini-utenti. Per qual motivo – tanto per esemplificare – strade statali intensamente utilizzate versano da decenni in condizioni da terzo mondo chiedendo ogni anno il loro tributo di morti e feriti, e la sola soluzione che si riesce a concepire è costruire arterie a pagamento parallele per darle in concessione – uso bancomat – a degli oligopolisti? Perché la loro manutenzione e – se proprio necessario – la riscossione dei pedaggi non viene posta in capo all’ANAS, dopo averne liquidato la posizione debitoria scorporandone (Alitalia docet) la bad company?

Questo decreto – la cui costituzionalità è già stata messa in dubbio da autorevoli giuristi – andrebbe dunque lasciato scadere.

Ora, poiché è nostra abitudine contribuire agli atti governativi e parlamentari che riguardano la salvaguardia e la corretta gestione del territorio fornendo non soltanto le nostre valutazioni strategiche, ma anche puntuali osservazioni tecniche, abbiamo avviato al nostro interno una disamina completa degli articoli proposti dal DL; essendosi appena conclusa la nostra IV assemblea nazionale e avendo ricevuto la Vostra richiesta di audizione con scarso preavviso, questo processo è ancora in corso. In questa sede provvediamo perciò a fornirVi una valutazione complessiva e un documento parziale che contiene i primi rilievi approfonditi. Nelle prossime settimane sarà nostra cura farVi pervenire un documento conclusivo, augurandoci comunque – come sopra considerato – che il decreto non trovi attuazione.

 

 

FONTE: Altreconomia (www.altreconomia.it)

 

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