Rinviare la fine delle tariffe extra per le telefonate e l’Internet mobile in roaming. E’ la proposta della presidenza italiana dell’Unione europea, che va incontro alle richieste degli operatori tlc. L’orientamento sulla fine delle tariffe di roaming era già stato deciso dalla Commissione uscente e poi dal Parlamento il 15 aprile con el norme del “Connected continent”, che avevano stabilito che si mettesse al sovrapprezzo entro il 15 dicedmbre del 2015. Il pacchetto, per diventare operativo, ha però ancora bisogno dell’approvazione in Consiglio Ue, dove approderà domani con le proposte di modifica della presidenza italiana, che saranno sottoposte ai ministri dei singoli stati per raccogliere eventuali suggerimenti o emendamenti.
Il documento della presidenza italiana prevede una serie di “tutele” a proposito dell’introduzione del principio del “roam like at home”, che equipara il costo delle chiamate da ogni Paese Ue a quello che si sostiene normalmente sul mercato domestico. Nello specifico, gli utenti potrebbero trovarsi a vedersi garantito una “quota” di roaming allo stesso prezzo delle tariffe domestiche secondo un principio di “fair use“, oltre il quale gli operatori potranno aggiungere un costo extra per il servizio dall’estero. Il tempo di utilizzo della rete senza costi aggiuntivi dovrà essere stabilito sulla base della media delle connessioni broadband sul territorio dell’Ue. La proposta italiana inoltre prevederebbe un passaggio graduale dei prezzi fino a raggiungere il “roam like at home”. Il testo italiano precisa inoltre che, pur con la previsione di tali salvaguardie, “la data per l’introduzione del ‘roam like at home’ deve essere ancora decisa, e pone una questione politica significativa”.
“Il testo della presidenza italiana ha tutti i mattoni necessari per spingere in avanti il mercato delle telecomunicazioni: la fine del roaming, la garanzia della neutralità della rete, più coooperazione sullo spettro e difesa dei consumatori – commenta Neelie Kroes, commissario uscente all’agenda Digitale – E’ carente di un po’ dell’ambizione del testo linenziato dalla Commissione – conclude – ma è una buona base su cui ricominciare a discutere”.
FONTE: Corriere delle Comunicazioni (www.corrierecomunicazioni.it)