Le associazioni ambientaliste scrivono agli europarlamentari per scongiurare un pericoloso ridimensionamento delle politiche ambientali e climatiche
In vista delle audizioni dei commissari della nuova Commissione Ue, Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF hanno scritto oggi agli europarlamentari affinché prendano seriamente in considerazione i rischi di un pericoloso ridimensionamento delle politiche ambientali e climatiche emersi dalla struttura della nuova Commissione, dalle lettere di missione e dalla scelta dei commissari, con una preoccupante retromarcia sugli impegni europei in materia di sviluppo sostenibile, efficienza delle risorse, qualità dell’aria, protezione della biodiversità ed azione climatica.
La squadra proposta dal presidente Juncker infatti, non pare corrispondere allo stato dei fatti alle esigenze di sviluppo dell’ambizione europea in una delle poche aree di intervento dove l’utilità dell’azione comunitaria riscuote un così largo consenso tra i cittadini e anzi, così come è stata formalizzata rischia di rappresentare un tradimento degli interessi dei cittadini europei che tengono molto a cuore l’ambiente (come evidenzia l’Eurobarometro dello scorso 8 settembre, per cui nonostante la crisi economica, il 95% degli europei ritiene molto importante proteggere l’ambiente ed auspica che l’Unione europea faccia ancor di più per l’ambiente).
Nello specifico, le quattro associazioni ambientaliste italiane esprimono la loro preoccupazione per quanto riguarda l’accorpamento dei portafogli riguardanti il clima e l’energia nelle mani di un unico Commissario, insieme alla scelta di mettere questo Commissario alle dipendenze di un Vicepresidente per l’Unione energetica, rischiando di subordinare l’azione climatica agli interessi predominanti del mercato dell’energia; la scelta di un Commissario per il Clima e l’Energia con ben noti interessi nell’industria dei combustibili fossili (come evidenziato dai principali media europei).
Le associazioni criticano poi il mandato ad un Commissario con competenze non solo in materia di Ambiente, ma anche di Mare e Pesca, fatto questo che, coniugato con l’assenza di riferimenti alle priorità ambientali delle politiche comunitarie e alla mancata assegnazione delle tematiche ambientali ad una vicepresidenza, fa temere che ci si voglia orientare verso una deregulation in questo campo. Impressione che viene confermata dalla scelta di un Commissario di uno Stato membro, Malta, fortemente criticato per il mancato recepimento della normativa sulla protezione della natura.
Altro segnale che fa emergere una propensione della nuova Commissione a far prevalere gli interessi dei gruppi industriali su quelli della salute e dell’ambiente è il passaggio dalla Direzione Generale Ambiente alla DG Industria della responsabilità dei rapporti con l’Agenzia europea sui prodotti chimici – la cui missione è proteggere l’ambiente e la salute dei cittadini da prodotti chimici dannosi e vigilare sulla corretta applicazione del regolamento REACH (concernentela registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche.).
Infine, è significativa l’assenza tra le materia affidate ai vicepresidenti dei temi dello sviluppo sostenibile, l’efficienza delle risorse e la green economy, fatto questo che dimostra come si voglia ancora sostenere politiche economico-industriali e occupazionali del passato, senza affrontare la sfida del futuro con indirizzi innovativi basati sull’uso razionale ed efficiente delle risorse.
“Tutto ciò comprometterebbe pericolosamente il ruolo internazionale dell’Europa come pioniere e leader nell’affrontare la doppia sfida della crisi ambientale e climatica” – scrivono le associazioni, che invitano quindi gli europarlamentari “ad impegnarsi affinché queste preoccupazioni trovino una chiara risposta nel corso delle audizioni dei commissari e vicepresidenti. In caso contrario, il Parlamento europeo deve essere pronto a chiedere al Presidente Juncker di rivedere la sua squadra insieme alla struttura e alle priorità politiche della nuova Commissione, in modo da rispondere appieno ai bisogni e alle aspettative dei cittadini europei di questa e delle future generazioni”.
FONTE: Legambiente