Le Camere di commercio italiane sono pronte a sostenere un progetto organico di riforma ma chiedono chiarezza su compiti, funzioni e sistema di approvvigionamento delle risorse. Lo afferma il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, intervenuto in commissione Affari Costituzionali al Senato dove è in discussione la delega al Governo sulla riforma della Pubblica Amministrazione.
“Desta una forte preoccupazione – spiega Dardanello – la ipotizzata eliminazione del diritto annuale a carico delle imprese. Perché in assenza delle entrate legate al diritto annuale, gli enti camerali, diventerebbero – di fatto – quegli enti “inutili” che oggi non sono. E’ proprio per schivare un simile pericolo che, pur condividendo la necessità di rivedere il modello di finanziamento, chiediamo un sistema che dia certezza dei criteri di approvvigionamento delle risorse”. Prendendo spunto da alcuni sistemi camerali europei, per Unioncamere, si potrebbe collegare parte delle entrate alle attività destinate alla collettività delle imprese e parte a servizi a domanda individuale. “Anche per questo – aggiunge Dardanello – siamo disponibili ad operare una revisione dei nostri compiti e funzioni. Ma per fare le cose nel verso giusto, occorrerà partire – aggiunge – dalla valorizzazione del complesso delle competenze che sono già in capo alle Camere di commercio”. Del tutto ingiustificata, inoltre, appare la proposta di affidare al Mise il registro delle imprese che funziona benissimo e deve restare di competenza delle Camere di commercio.
Il diritto annuale dovuto alle Camere di commercio ha già subito un taglio del 50% in tre anni.
FONTE: Unioncamere