Un portale in cui un privato che vuole ristrutturare casa incontra tutte le aziende sul territorio, e grazie alla geolocalizazione rende il proprio cantiere green oltre a risparmiare. Si chiama RKm0 ed è la startup pensata dall’architetto Giulia La Face
Km0 e ecosostenibilità. Non è il lancio di un nuovo ristorante vegan, sono i principi cardine con cui la start up Ristrutturazionechilometrizero.it permette a tutti di rimettere a posto casa risparmiando. L’Italia è tra i paesi con il più alto numero di edifici abbandonati in Europa. Non solo abitazioni private o strutture industriali in disuso ma anche edifici storici e proprietà pubbliche. Una ricchezza che rischia di andare letteralmente persa. Per questo Giulia La Face, giovane architetto di Verona (nella foto di copertina), ha pensato a questa soluzione innovativa. Ecco come funziona.
Lei è un cervello in fuga che ha deciso di tornare a casa. Perché?
Si sono andata via nel 2003 e sono andata in Portogallo, a Porto, a fare l’ultimo anno di università. Sono rimasta lì 10 anni a lavorare. Per lo più sono stata impegnata nella riqualificazione del centro storico e mi sono specializzata nelle ristrutturazione di beni pubblici. Ho imparato le regole del gioco e il rapporto pubblico/privato. In Italia, a Verona, sono tornata nel 2013. Il perché è semplice: mi sono sentita in dovere di tornare. Una sorta di chiamata alle armi. Qui la situazione è difficile, e serve l’impegno di tutti per provare a cambiare le cose
Così nasce è nata l’idea di RKmO?
Si. Un modo per provare a ribaltare il paradigma dell’edilizia, che evidentemente non funziona più, e rimettere in moto la macchina lavorativa per i più giovani
In cosa consiste?
Un luogo virtuale dove si incontrano domanda e offerta e dove si riunisce un po’ tutta la filiera per quel che riguarda il recupero e la ristrutturazione degli immobili. La peculiarità però è che promuoviamo il km 0. Tutte le aziende infatti sono geolocalizzate. In questo modo al cliente sono indicate solo le aziende più vicine. C’è poi il tema dell’ecosostenibilità. Viene premiata la vocazione green delle imprese.
Sul sito si può sia lavorare alla ristrutturazione della propria casa ma anche segnalare immobili abbandonati, come funzione?
Serve per avere una mappatura sulla necessità. Sappiamo che si tratta di una criticità molto ampia ma non ne abbiamo l’esatta dimensione. L’obbiettivo, una volta mappato il territorio, è contattare i proprietari e riuscire a recuperare quegli immobili.
Il servizio per i privati è gratis. Dove fa il profitto la vostra startup?
Si è gratuito per i privati. Per i professionisti e le imprese invece c’è un piccolo abbonamento che va dai 5 euro al mese per l’iscrizione base ai 10 euro per quella premium. Un modo necessario per avere utenze motivate a partecipare. Vorremmo però abbassarlo col tempo. Nel futuro avremo anche la pubblicità, ma un solo banner perché non vogliamo sporcare la grafica del sito.
Avete altri progetti per il futuro?
Si la piattaforma è solo la punta dell’iceberg. Vorremmo lanciare il crowdfunding per il recupero di edifici pubblici. Dispiace vedere simboli di borghi e quartieri in rovina. C’è poi il tema del marketing territoriale, che è uno strumento poco usato ma utilissimo. Col tempo questi due sono gli asset su cui vorremmo impegnarci
FONTE: VITA (www.vita.it)
AUTORE: Lorenzo Maria Alvaro