Renata, Egidia, Luciano, Pierluigi, Checco, Carlo, Enrico, Jimmy. Sono i custodi di saperi antichi che insegnano alle nuove generazioni segreti, sacrifici e soddisfazioni dei loro mestieri. Quelli che facevano una volta nella loro terra, che oggi ricade nelle aree protette dell’Emilia Romagna. Sono over 65 e nella vita hanno fatto, o fanno ancora, la mugnaia, la raccoglitrice di castagne, il fiocinino, l’operaio vallivo, il salinaro, il capovalle, l’addetto alla marinatura delle anguille, l’agricoltore.
"Parchi di Vita": Legambiente educa i giovani alla riscoperta dell'artigianato
«Col progetto Parchi di vita, promosso da Legambiente Emilia Romagna fra maggio e giugno all’interno del Parco del Delta del Po e del Corno alle Scale, gli anziani del posto hanno insegnato a più di duecento ragazzi di Ravenna, Porto Garibaldi, San Lazzaro e Monteveglio gli antichi mestieri dimenticati», spiega Giulio Kerschbaumer di Legambiente. Renata la mugnaia ed Egidia la raccoglitrice di castagne hanno accolto i ragazzi a Pianaccio, paesino di 38 anime sull’Appennino, luogo natale di Enzo Biagi. Un posto che trasuda storia. «Quella che parla di una guerra fra partigiani e tedeschi – ricordano – ma anche di una vita dura, fatta di lavoro e sudore». Le due erano solo delle bambine o mei, come chiamavano da queste parti i giovani aiutanti, quando venivano mandate a essiccare le castagne nei Casoni, le casette in pietra nei boschi sopra il borgo. Una sola castagna bruciata avrebbe compromesso la qualità della farina, del sostentamento di un intero anno. «Le castagne – continua Egidia – andavano disposte minuziosamente sul piano superiore del Casone e lasciate a cuocere su un fuoco lento acceso al piano inferiore per 40 giorni».
Nel Parco del Delta del Po i ragazzi hanno vissuto un’altra giornata all’insegna della storia. «Quello del fiocinino non era proprio un mestiere – ricorda Luciano Gardellini – la guerra ci costringeva ad andare a cacciare le anguille con le nostre fiocine, anche se vietato. Pure le guardie capivano la fame: le anguille all’epoca erano molte più di adesso e il “furto” era tollerato».
Storie di un’Italia da tramandare e raccontare. Come avverrà il 25 settembre nel Museo della civiltà contadina di S. Marino di Bentivoglio (Bo), dove si chiuderà il progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Nell’occasione sarà proiettato un documentario sugli antichi mestieri nei parchi dell’Emilia Romagna e ci sarà una tavola rotonda sulle aree protette e il loro ruolo nel preservare il patrimonio culturale. Un ricchezza diffusa soprattutto nei piccoli comuni.
FONTE: La Nuova Ecologia – Network di Legambiente
AUTORE: Francesco Lo Iacono
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