Più rallentata la partenza per i corrispettivi e le parcelle i cui beneficiari hanno un fatturato inferiore a 200mila euro. Per loro, l’obbligo scatta dal prossimo 30 giugno
È quanto stabilito dal decreto 24 gennaio del ministero dello Sviluppo economico, di concerto con quello dell’Economia e delle Finanze, sentito il parere della Banca d’Italia, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di ieri.Si tratta di un provvedimento atteso, previsto dalla norma che ha introdotto la procedura, ovvero l’articolo 15 del Dl 179/2012, che rinviava, appunto, a uno o più decreti attuativi la determinazione degli eventuali importi minimi, le modalità e i termini da rispettare, in relazione anche alle categorie di contribuenti interessati.Il metodo rappresenta uno strumento in più per contrastare l’aggiramento delle norme fiscali e antiriciclaggio, ma anche una maggiore garanzia per imprenditori e professionisti, che in questo modo si trovano a dover gestire meno contante.
La carta di debito, più comunemente chiamata bancomat, infatti, consente l’addebito della somma in tempo reale. Il suo utilizzo, però, presuppone una piattaforma che permette la circolazione informatica del denaro e richiede l’abilitazione degli istituti di credito.
Di conseguenza, gli esercenti coinvolti dalla norma devono “attrezzarsi”, così da poter ricevere parcelle e corrispettivi con modalità telematiche, ovvero, devono munirsi di Pos, il dispositivo elettronico fornito dalla banca, che consente di incassare direttamente sul proprio conto corrente “moneta elettronica”.
Tornando alle regole stabilite dal decreto pubblicato in Gazzetta, il metodo va utilizzato, quindi, per tutti i pagamenti superiori a 30 euro, i cui beneficiari sono imprese o professionisti, abilitati all’accettazione di carte di pagamento anche attraverso canali telematici, per l’acquisto di prodotti o la prestazione di servizi. Il provvedimento, inoltre, prevede una partenza più ravvicinata, e cioè dal prossimo 28 marzo, soltanto per i beneficiari con un fatturato, nell’anno precedente a quello in cui viene effettuato il pagamento, superiore a 200mila euro; gli altri hanno tempo fino al 30 giugno per mettersi al passo con la normativa.
Entro novanta giorni dall’entrata in vigore del decreto (cioè, dal 28 marzo), con altro provvedimento, potranno essere individuate nuove soglie e nuovi limiti di fatturato e potrà essere disposta l’estensione degli obblighi a ulteriori strumenti di pagamento elettronici, anche con tecnologie mobili.