Tra il 2010 e il 2014 i più colpiti dagli incrementi sono stati i pensionati (+34%) e gli operai (+36%)
Negli ultimi 5 anni le pensioni e le buste paga degli italiani sono diventate più leggere a causa dell’aumento delle addizionali comunali e regionali Irpef. Tra il 2010 e quest’anno, denuncia l’Ufficio studi della CGIA, queste addizionali hanno subito una vera e propria impennata: l’aumento medio è stato di oltre il 30%.
“Salvo rare eccezioni – afferma il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – negli ultimi anni le addizionali comunali e regionali Irpef hanno subito dei significativi ritocchi all’insù, sia per compensare i tagli dei trasferimenti statali, sia per fronteggiare gli effetti della crisi che hanno messo a dura prova i bilanci delle Regioni e degli Enti locali. Risultato? Gli italiani si sono ritrovati con i portafogli più leggeri”.
Un pensionato con un assegno di 1.000 euro al mese, tra il 2010 e il 2014 ha subito un aggravio medio di 85 euro (+34%). A livello territoriale l’aumento massimo si è registrato a Catanzaro: + 149 euro, pari ad una variazione del +49%.
Un operaio con uno stipendio mensile netto pari a poco più di 1.280 euro, ha visto aumentare in questi ultimi 5 anni il carico fiscale di 121 euro (+36%). A Venezia l’incremento è stato pesantissimo: +237 euro, pari al +126%.
Un impiegato con uno stipendio di quasi 2.000 euro al mese, ha versato 189 euro in più, pari ad un aumento del 30%. A Napoli e Catanzaro si sono registrati gli incrementi più significativi: + 335 euro (pari al +49%).
Un quadro con uno stipendio mensile di 3.000 euro al mese, ha subito, invece, un aggravio di 324 euro (+31%). A livello territoriale nei Comuni di Napoli e di Catanzaro si sono verificati gli incrementi più significativi: + 549 euro (+49%).
Come si è giunti a questi risultati? Per cercare di quantificarne il peso e comprendere come si è evoluto il fenomeno, l’Ufficio studi della CGIA ha calcolato gli aumenti delle addizionali IRPEF avvenuti in questi ultimi anni sia a livello regionale che comunale. In questo ultimo caso sono stati analizzati i trend dei Comuni capoluogo di regione.
L’incremento del prelievo registrato in questi ultimi anni è dipeso, in larga misura, dalle disposizioni introdotte con il “Salva Italia” che ha elevato le aliquote per tutte le Regioni a partire dal periodo di imposta 2011. Pertanto, dall’anno d’imposta 2012, l’addizionale Irpef regionale è aumentata dello 0,33%.
Tuttavia, la situazione a livello territoriale varia da Regione a Regione. Nel 2013, ad esempio, laCalabria, la Campania e il Molise hanno applicato l’aliquota Irpef al 2,03%. Un livello di prelievo obbligato in virtù del fatto che la normativa dispone che le Regioni che presentano un disavanzo sanitario e non hanno rispettato i piani di rientro sono costrette a subire un incremento dell’aliquota di ulteriori 0,3 punti percentuali.
In Abruzzo, Lazio e Sicilia, l’aliquota dell’addizionale regionale Irpef è all’1,73%. Le Regioni in cui l’aliquota si attesta al livello base (1,23%) sono la Basilicata, il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna, la Valle d’Aosta, il Veneto e le due provincie autonome di Trento e Bolzano. In tutte le altre Regioni, il prelievo varia a seconda dei livelli di reddito.
Per quanto concerne le addizionali comunali IRPEF, le scelte dei Comuni sono state tendenzialmente al rialzo con l’unica eccezione di Firenze che ha diminuito il prelievo. Sono 11 i Comuni capoluogo di Regione che nell’arco temporale da noi considerato hanno aumentato le aliquote.
Nel 2013, 12 Comuni hanno applicato l’addizionale comunale IRPEF al livello massimo dello 0,8%, tra questi, tre l’hanno aumentato nell’ultimo anno (Venezia, Perugia e Napoli).
“Nei prossimi anni – conclude Bortolussi – l’autonomia tributaria delle Regioni è destinata ad aumentare ulteriormente . Il Decreto Legislativo in materia di federalismo regionale numero 68 del 2011, dà la possibilità ai Governatori di aumentare l’aliquota base dell’addizionale regionale di 1,1 punti percentuali a partire dal 2014 e di 2,1 punti percentuali a partire dal 2015. Tale facoltà, sebbene limitata ai redditi superiori al primo scaglione di reddito IRPEF (pari a 15.000 euro) per i quali rimane il limite di maggiorazione di 0,5 punti percentuali, potrà dar luogo ad un ulteriore incremento delle addizionali, con il corrispondente alleggerimento di pensioni e buste paga”.