“Per troppo tempo parlare di Cultura come volano di sviluppo e crescita è stato uno slogan, mai azione sistemica per un reale vantaggio. Il decreto Franceschini va in questa direzione e cosa ancor più importante pone i Comuni come benzina a disposizione per farlo decollare”. Così il delegato alla Cultura Anci e assessore di Torino, Maurizio Braccialarghe, nel corso del suo intervento al convegno Anci su Cultura e Turismo organizzato oggi a Roma.
“Per prima volta nel Fondo unico per lo spettacolo – ha detto Braccialarghe – vengono previsti finanziamenti triennali che aggirano il grande problema dell’asincronia tra disposizione economica degli enti e programmazione. Questo servirà di certo ad avviare un’azione più incisiva e il primo risultato sarà che le amministrazioni non dovranno più passere dalle forche caudine dei fidi bancari, dove troppo spesso gli interessi superano la dotazione economica attesa. Si tratta di una pietra miliare – ha aggiunto il delegato Anci – che permetterà una maggiore programmazione a medio termine, fondamentale per valorizzare e mettere a sistema il settore turistico-culturale”.
Braccialarghe ha poi parlato degli aspetti del decreto che facilitano “realmente e per la prima volta il rapporto tra finanziamento pubblico e attori privati”. Tuttavia non mancano carenze nel provvedimento che “deve cercare di sviluppare anche altre potenzialità, magari pensando una sorta di mecenatismo individuale per far concorrere a detrazioni per che optasse per un sostegno economico alle iniziative singole”.
L’assessore di Torino ha poi parlato della questione delle fondazioni lirico sinfoniche, suggerendo due azioni: “una volta ad evitare il pagamento Irap, prevista invece nel provvedimento”, un’altra “che trovi una modalità per premiare quegli enti lirico sinfonici che hanno portato i bilanci in pareggio, dimostrando di saper lavorare bene, magari prevedendo prestiti a lungo termini dalla Cassa depositi e prestiti per avere copertura dei ritardati pagamenti dei contributi pubblici”.
Infine una battuta sulla Siae: “Fermo restando la tutela del diritto d’autore – ha rimarcato Braccialarghe – bisogna evitare che certi regolamenti abilitino la Siae ad uccidere neonato nella culla. Non è possibile che oltre al diritto d’autore la Siae prenda anche una quota del finanziamento pubblico e degli sponsor e partner”.
FONTE: ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani