Inflazione: dal 2005 un tributo più alto per le famiglie meno agiate
Le famiglie meno ‘agiate’ hanno pagato all’inflazione un tributo più alto di quelle con maggiore capacita’ di spesa nell’ultimo decennio. I prezzi al consumo delle famiglie con livelli di spesa più bassa risultano aumentati del 22,1% tra il 2005 e la prima meta’ del 2014.
Le famiglie meno ‘agiate’ hanno pagato all’inflazione un tributo piu’ alto di quelle con maggiore capacita’ di spesa nell’ultimo decennio. In particolare, segnala l’Istat, i prezzi al consumo delle famiglie con livelli di spesa piu’ bassa risultano aumentati del 22,1% tra il 2005 e la prima meta’ del 2014. Sullo stesso arco temporale la crescita dei prezzi al consumo per le famiglie con capacità di spesa piu’ alta e’ stata invece pari al 18%. Per il complesso delle famiglie la variazione misurata dall’indice armonizzato dei prezzi al consumo e’ stata del 19,3%. Nel corso del primo semestre del 2014 gli indici armonizzati dei prezzi al consumo che misurano l’impatto dell’inflazione sulle famiglie italiane mostrano che la tendenza al rallentamento dell’inflazione, già manifestatasi nella seconda parte del 2013, risulta generalizzata seppure con intensita’ diverse per i diversi raggruppamenti di famiglie. Nel secondo trimestre del 2014 la dinamica tendenziale dei prezzi al consumo (pari in media a +0,4%) risulta piu’ sostenuta (+0,6%) per le famiglie dell’ultimo gruppo (quelle con i piu’ elevati livelli di spesa), rispetto a quelle del primo (+0,1%), caratterizzato dalla spesa media mensile piu’ bassa. La lieve variazione positiva dei prezzi che interessa le famiglie con bassi livelli di consumo e’ imputabile soprattutto all’aumento dei prezzi dei Servizi relativi all’abitazione. Diversamente, la maggiore ampiezza dell’inflazione, che ha interessato le famiglie dell’ultimo gruppo per livello di spesa, e’ da ascrivere principalmente ai contributi alla crescita dei prezzi degli Altri beni, dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei Servizi relativi ai trasporti. Sia per il primo sia per l’ultimo gruppo di famiglie, contributi negativi alla variazione tendenziale dei prezzi al consumo si devono alle diminuzioni dei prezzi degli Alimentari non lavorati, dell’Energia e dei Servizi relativi alle comunicazioni.
FONTE: CONFCOMMERCIO