La seconda edizione della Classifica internazionale per l’efficienza energetica, stilata dalla ONG statunitense ACEEE, rileva sorprendentemente i buoni risultati conseguiti dal nostro Paese, anche se lo score dell’edilizia costituisce il nostro tallone d’Achille, peggiorando le prestazioni rispetto agli altri 16 Paesi dall’economie più importanti, che si spera possano migliorare con il PAEE 2014 predisposto dall’ENEA.
L’American Council for an Energy-Efficient Economy, ONG statunitense che funge da catalizzatore per promuovere politiche, programmi, tecnologie, investimenti e comportamenti per l’efficienza energetica, ha pubblicato la sua seconda edizione della Classifica Internazionale per l’Efficienza Energetica, modellata secondo un approccio già testato con successo dall’Associazione per stimare il livello dell’efficienza energetica degli Stati Uniti, che include 16 delle maggiori economie del mondo, con oltre l’81% del PIL mondiale e il 71% del consumo mondiale di elettricità.
Il sistema di classificazione ACEEE utilizza sia metriche “politiche” che metriche “di performance” per misurare l’efficienza energetica complessiva di un Paese. Esempi di indicatori politici comprendono la presenza di obiettivi nazionali di risparmio energetico, standard di controllo di consumi ed emissioni per i veicoli, standard di efficienza energetica per gli elettrodomestici, ecc.
Il sistema di classificazione ACEEE utilizza sia metriche “politiche” che “di performance” per misurare l’efficienza energetica complessiva di un Paese. Esempi di indicatori politicicomprendono la presenza di obiettivi nazionali di risparmio energetico, standard di controllo di consumi ed emissioni per i veicoli, standard di efficienza energetica per gli elettrodomestici, ecc.
Gli indicatori di performance misurano invece parametri quantificabili, come ad esempio la quantità di energia consumata da un Paese in relazione al suo prodotto interno lordo, i consumi chilometrici medi per passeggero mediamente dei veicoli stradali, e l’energia consumata per metro quadrato di superficie negli edifici residenziali.
Sono stati presi in esame 31 diversi parametri, a loro volta suddivisi in quattro macro-gruppi:
– aspetti trasversali di utilizzo di energia a livello nazionale;
– edilizia;
– industria;
– trasporti.
Rispetto alla precedente edizione del 2012, sono state aggiunte nuove metriche e quelle preesistenti sono state migliorate con dati aggiornati e con il contributo maggiore di esperti nazionali. Le nuove metriche introdotte riguardano l’efficienza nel consumo idrico, nella produzione agricola, nellepolitiche di aggiornamento delle costruzioni, negli standard di efficienza dei carburanti e negli investimenti in efficienza energetica da parte del settore privato.
Su una scala di 100 possibili assegnati per ogni gruppo, questa è la Classifica, per certi versi sorprendente, stilata da ACEEE: 1) Germania; (2) Italia; (3) l’Unione europea; 4) Cina e Francia; 6) Giappone e Gran Bretagna (8) Spagna; (9) Canada; (10) Australia; (11) India; (12) Corea del Sud; (13) Stati Uniti;(14) Russia; (15) Brasile; e (16) Messico.
“I Paesi che utilizzano l’energia in modo più efficiente consumano meno risorse per raggiungere gli stessi obiettivi, riducendo così i costi, preservando risorse naturali preziose e guadagnando un vantaggio competitivo rispetto agli altri Paesi – ha osservato Rachel Young, Research Analyst dell’ACEEE e principale autrice del Rapporto – Negli Usa dobbiamo fare di più in materia di efficienza energetica per rimanere competitivi in un mercato globale sempre più difficile”.
Nessun Paese ha ricevuto il punteggio massimo nelle quattro macro-categorie, a dimostrazione che vi sono molti margini di miglioramento e che ogni economia può apprendere dalle buone pratiche messe a punto dalle altre.
“I nostri risultati indicano che alcuni Paesi stanno superando in maniera significativa gli altri, ma la scoperta più importante è che ci sono notevoli opportunità di miglioramento per l’efficienza energetica in tutte le economie analizzate – si legge nel Rapporto – Le condizioni necessarie per un punteggio perfetto sono attualmente realizzabili da qualche parte. Per ogni metrica, almeno un Paese (e spesso diversi) hanno ricevuto punteggio pieno. Tuttavia, in ogni Paese si sono rilevate anche gravi debolezze, tanto che il punteggio medio è stato di soli 50 punti”.
Ad esempio, l’Italia ha ottenuto: il primo posto per quanto riguarda i trasporti; il primo, a pari merito con Francia e UE, per le politiche energetiche; il secondo posto per l’industria; ildecimo, assieme a Messico e Giappone, per l’edilizia.
Proprio il settore dell’edilizia è quello dove il margine di miglioramento per l’Italia è maggiore, soprattutto per quel che riguarda gli edifici commerciali, che consumano più energia per metro quadrato rispetto a qualsiasi altro Paese oggetto dell’analisi. E in tal senso l’Italia “trarrebbe beneficio – afferma il Rapporto – dall’istituzione di un programma obbligatorio di etichettatura delle costruzioni, da estendere anche agli impianti e ai prodotti”.
Da questo punto di vista ci si aspetta che un notevole contributo possa essere offerto dal Piano d’Azione per l’Efficienza Energetica 2014 (PAEE), predisposto dall’ENEA e in consultazione fino al 15 giugno 2014, che prevede, tra l’altro, il rafforzamento degli standard energetici minimi per la realizzazione di nuovi edifici e per la ristrutturazione di quelli esistenti, che porti progressivamente all’incremento degli edifici a energia quasi zero, in linea con quanto previsto dalla Direttiva 2010/31/UE.
La Germania che nel Rapporto 2014 è risultata al primo posto, scavalcando la Gran Bretagna che è finita addirittura sesta, sta a dimostrare che danno frutti gli sforzi per la transizione verso un’economia low carbon.
“La Germania è un primo esempio di nazione che ha fatto dell’efficienza energetica una priorità assoluta – ha affermato il Direttore esecutivo dell’ACEEE, Steven Nadel – Gli Stati Uniti, a lungo considerati un innovativo e competitivo leader mondiale, stanno procedendo assai lentamente e hanno compiuto progressi limitati dal nostro precedente rapporto, mentre Germania, Italia, Cina e altre nazioni hanno fatto un balzo in avanti”.
FONTE: Regioni e Ambiente (www.regionieambiente.it)