Primo sì alla legge sulle attività di agricoltura sociale in Italia. Per il vice ministro alle Politiche agricole, Andrea Olivero, sarà legge entro l’autunno. Positivo il giudizio del Forum nazionale agricoltura sociale: “Ora nasca una filiera e un marchio a carattere nazionale”
“Finalmente abbiamo una definizione chiara di cosa è agricoltura sociale in Italia”. Questo il primo commento del vice ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali dopo l’approvazione alla Camera della legge sull’agricoltura sociale, testo ora atteso in Senato per l’autunno. Per il vice ministro si tratta di un “risultato estremamente positivo” atteso ormai da anni. “L’Europa ha assunto il tema come uno dei temi cardine per lo sviluppo – ha spiegato Olivero – ma fino ad oggi in Italia c’è stata una modalità pionieristica di lavorare sul tema. Limitarsi a procedere solo con la buona volontà dei singoli era pericoloso. Sono nate molte leggi regionali molto discordanti tra di loro e evolute esperienze molto diversificate. Ora toccava a noi andare a costruire un quadro normativo all’interno del quale rafforzare ulteriormente questo settore”.
Il testo approvato alla Camera, infatti, definisce le attività di “agricoltura sociale”, come quelle svolte dall’imprenditore agricolo per l’inserimento sociolavorativo di soggetti svantaggiati, disabili e minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione sociale, l’integrazione dei servizi sociali delle comunità locali (agriasili, accoglienza persone in difficoltà), le prestazioni di servizi terapeutici anche attraverso l’ausilio di animali e coltivazione e iniziative di educazione ambientale e alimentare. Un riconoscimento, spiega Olivero, che permetterà alle stesse attività di essere meglio sostenute. “La legge fa sì che possano essere adottati strumenti per la valorizzazione dell’agricoltura sociale – spiega Olivero – in quanto una volta definita può essere sostenuta e riconosciuta. Penso ai Piani di sviluppo rurale che sono in fase di definizione in queste settimane in tutte le regioni italiane e sono una parte consistente di finanziamenti per quanto riguarda il mondo agricolo. Penso anche a tutto il fondo sociale che ha la volontà di sostenere il welfare e con questa legge, l’agricoltura sociale si candida ad essere uno degli strumenti di promozione di welfare rurale”. La legge, inoltre, prevede che l’imprenditore potrà svolgere attività anche in associazione con cooperative e imprese sociali, con associazioni di promozione sociale e di volontariato con la stretta collaborazione dei servizi sociosanitari territoriali.
Il testo, che deve ancora terminare il proprio iter, andrà a mettere un po’ di ordine tra le normative ragionali. “Alle regioni chiediamo di armonizzarsi – chiarisce Olivero -, di prendere atto di una legge nazionale e di andare ad adeguarsi nelle parti in cui le leggi regionali sono difformi. Abbiamo molte leggi buone, alcune hanno anche elementi ulteriori rispetto alla legge nazionale, quindi non è che la nostra legge le annulli o le renda inutili, ma devono tenere conto di questo affinché ci sia quella uniformità per promuovere a livello nazionale l’agricoltura sociale. Credo che siamo riusciti, con un testo naturalmente perfettibile, a far sì che si riconosca la realtà e la si possa promuovere. Il legislatore deve porsi il tema del riconoscere, più che imporre modelli e imporre sovrastrutture. E noi, in questo, abbiamo fatto un buon lavoro”.
Un testo, quello dell’agricoltura sociale, che se rispetterà i tempi previsti dallo stesso Olivero potrà battere sul tempo anche la riforma del Terzo settore voluta dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. “Sono sereno rispetto ai tempi – aggiunge il vice ministro – perché sono convinto che c’è una forte determinazione politica. Entro l’autunno porteremo a casa la legge. Lavorerò perché si possa incardinare il testo al Senato già nel mese di settembre”. Rispetto alla riforma del Terzo settore, invece, per Olivero l’approvazione della legge sull’agricoltura sociale, può essere “una prima tappa” verso l’obiettivo indicato da Renzi. “Si tratta di un tema strettamente connesso – aggiunge il vice ministro -: l’agricoltura sociale è fatta da imprese che hanno connotazione di imprese sociali, forse non in senso stretto, ma certamente da un punto di vista ideale. Credo che il percorso di questa legge possa anticipare e accompagnare tutto il resto del percorso delle riforme del terzo settore che hanno la caratteristica del salto qualitativo perché prevedono un piano organico”.
Positivo il giudizio del Forum nazionale agricoltura sociale, anche se il testo potrebbe essere migliorato. Per Ilaria Signoriello, portavoce nazionale del Forum, si tratta di una legge “il cui impianto è veramente buono e ha recepito molte delle osservazioni che avevamo fatto anche in sede di prima stesura e parliamo di tre anni fa”. I margini di miglioramento indicati dal Forum riguardano soprattutto la possibilità di una “filiera” propria, “quindi di inserire nella legge anche un supporto alla costituzione di un marchio a carattere nazionale”, spiega Signoriello. Altra questione, quella della possibile assegnazione dei beni confiscati. “In Italia l’agricoltura sociale non può prescindere da questi beni – spiega il portavoce del Forum -, occorre dare una precedenza all’agricoltura sociale”. Suggerimenti e migliorie che saranno prese in considerazione, spiega il vice ministro Olivero, ma che però fanno temere possibili ritardi nell’approvazione di un testo finale atteso ormai da diversi anni. “Ci possono essere ulteriori elementi da aggiungere, ma bisogna sempre valutare se è necessario che stiano nella legge o possano rientrare attraverso altri provvedimenti. Non tutto deve stare nella legge, perché si rischia di appesantire i testi e allungare i tempi”
FONTE: Redattore Sociale (www.redattoresociale.it)