La burocrazia non genera semplici scocciature ma vero e proprio danno, economico.
Già dover espletare una serie di adempimenti -non due o tre ma duecento o trecento- che poco hanno a che fare con l’attività sottrae tempo ed energia, e non se ne capisce il motivo, visto che sono palesemente inutili, da tutti i punti di vista, tanto che qualche anno dopo vengono tolti.
Il tempo sottratto, si diceva, è una perdita a tutti gli effetti, monetizzabile ovviamente. Aggiungendo documenti -altrettanto utili- che dobbiamo far far a commercialisti e consulenti comprendiamo come i costi non possono che salire.
Ultimo arrivato il POS, cioè l’obbligo per i prestatori di servizio di dotarsi di apparecchiature che consentano ai clienti di pagare con bancomat e carta di credito.
Costo stimato? Milleduecento euro all’anno. Per una modesta attività, che non incassa certo perchè non possiede l’apparecchietto…, è il tracollo.
Utilità? Si pensa di combattere l’evasione fiscale. Evidente, come ben sa chiunque non sia un sprovveduto di livello proverbiale che non è così.
Senza dilungarsi:
– con l’evasione totale come la mettiamo? Potremmo continuare a tollerarla fingendo di combatterla, come si è sempre fatto!
– che cosa spingerà chi lavora in nero a usare questo pos anziché accettare il denaro? Non si dica che il committente pretende di pagare con il cosiddetto denaro di plastica perché chi si affida a certe persone ben sa come stanno le cose…
– a chi incassa mazzette cosa facciamo? Imponiamo la chirurgia plastica per ricavare fessura sul palmo della mano, ovviamente collegata via radio con la banca?
FONTE: Blog dell’architetto Massimo Meneghin (www.massimomeneghin.it)
AUTORE: Massimo Meneghin