La spending review sta producendo ovvie conseguenze anche nel campo della riorganizzazione dell’aministrazione delle strutture culturali pubbliche e delle biblioteche. Grazie alle opportunità offerte dalla multimedialità, molte amministrazioni locali hanno rilanciato le proprie sale di lettura, incontrando un boom di iscritti, con l’ausilio dell’ebook.
Con le biblioteche digitali le amministrazioni possono ottenere tre risultati importanti, nell’ottica di migliorare la qualità dei servizi pubblici senza aumentare i costi: in primo luogo implementare l’offerta di strumenti informativi, materiale bibliografico e documentale utili ai cittadini; in secondo luogo, avviare il progetto di trasformare una struttura nata per le esigenze culturali di una collettività circoscritta, comunale o provinciale, in una istituzione culturale aperta e proiettata anche verso un’utenza esterna più ampia e numerosa; infine risparmiare i costi di acquisto dei volumi cartacei (più elevati rispetto a un ebook), i costi di gestione del servizio di prestito, grazie all’informatizzazione completa, e diminuire le spese della logistica, rinunciando a polverosi scaffali stipati di volumi.
Secondo i dati diffusi di recente dalla piattaforma MediaLibraryOnline, in Italia i lettori che oggi leggono a video titoli presi in prestito sono 320mila e sono aumentati del 64% rispetto al 2012, quasi uno su dieci di tutti i frequentatori tradizionali delle biblioteche che, secondo l’ISTAT sono circa 5 milioni.
La digitalizzazione delle biblioteche pubbliche è partita nel 2009 e attualmente interessa circa 3.900 biblioteche pubbliche, più della metà delle 6.841 strutture appartenenti a enti locali.
Nel 2013 i download sono cresciuti del 202%, le consultazioni sono state pari a 1,8 milioni (contro 1 milione del 2012 e i 400mila del 2011). La lettura su smatrphone è aumentata del 17%.
La fruizione del servizio è semplice: ci si registra in biblioteca, si riceve un account e poi da remoto si possono sfogliare giornali e riviste on line, scaricare ebook, film, dischi utilizzabili in genere per due settimane.
I dati testimoniano una netto cambiamento in corso nello stile di lettura. Gli utenti tradizionali sono per lo più studenti e pensionati di sesso femminile, invece gli utenti digitali sono uomini tra i 35 e i 54 anni (il 52% circa), professionisti che appartengono alla popolazione attiva, frequentano il catalogo in tarda serata (il 25% si collega tra le 19 e le 24), prendono in prestito in media 24 volumi all’anno contro i 17 dei fruitori tradizionali.
Dal punto di vista geografico le biblioteche digitali sono presenti in maniera capillare in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna mentre è molto lacunoso nelle altre regioni e soprattutto al sud.
Nonostante ciò, l’Italia è una best practice a livello europeo. Infatti, Horizons – la società che gestisce la piattaforma MLOL – vanta accordi con tutti i grandi gruppi editoriali. Nel 2012, poi, la percentuale di biblioteche che in Italia offriva ebook era del 44% contro il 4% della Francia e il 16% della Germania.
FONTE: Innovatori PA