Dal 2 luglio, con la disdetta dei telepass esenti per le ambulanze e ai mezzi di soccorso del volontariato da parte di Società Autostrade con l’Italia, le pubbliche assistenze non potranno garantire il servizio. I volontari Anpas al Governo: sarà più difficile tutelare la salute degli italiani se dovremo fermarci al casello
«La informiamo sulla situazione di forte difficoltà che dal prossimo 2 luglio si potrà verificare nell’espletamento dei servizi sanitari sia di emergenza che di trasporto socio sanitario cosiddetto ordinario».
Inizia così la lettera che oggi le 881 pubbliche assistenze Anpas e 90mila volontari hanno inviato ai prefetti di tutta Italia in seguito alladisdetta, da parte di Società Autostrade per l’Italia, dell’accordo con Anpas (stipulato dal 1999) per il rilascio di telepass esenti per i mezzi di soccorso mettendo così in grave difficoltà le organizzazioni di volontariato che, da 110 anni, sono quotidianamente impegnate nella presa in carico di ogni persona malata o infortunata.
A partire dal 2 luglio prossimo, quindi, Società Autostrade disattiverà 2962 telepass in dotazione sulle ambulanze e sui veicoli di soccorso avanzato delle associazioni di Pubblica Assistenza aderenti ad Anpas: ciò comporterà problemi e serie difficoltà nei transiti e nell’accesso ai tratti autostradali, con particolare riferimento a quelli non presenziati dal personale di Autostrade.
Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas spiega: «che sia una emergenza o il trasporto di un dializzato, il soccorso non deve pagare pedaggio autostradale. Chiediamo al Governo, con la massima urgenza, l’emanazione di un provvedimento normativo che permetta a chi, come noi, svolge il 70% del trasporto sanitario in Italia, di tutelare la salute delle persone senza oneri finanziari, intralci burocratici e senza ostacolare il soccorso dei nostri volontari come invece imposto dal nuovo sistema di rilascio telepass da parte Società Autostrade con l’Italia i cui tempi, tra l’altro, non sono stati ancora resi noti».
Soccorso non è solo l’emergenza urgenza.
Società Autostrade per l’Italia con il nuovo sistema proposto, conferma che i servizi che saranno esentati con fatturazione con tempi posticipati per dare modo di autocertificare (attraverso una piattaforma web) saranno soltanto quelli che riguardano l’emergenza / urgenza e non prevede altre forme di soccorso, come invece afferma la sentenza del Consiglio di stato (Sezione III, 7/2/2013 n.2477), come il trasporto per ricoveri, dimissioni, trattamenti radioterapici e chemioterapici o dialisi.
Le Richieste inascoltate.
Inascoltata la manifestazione a Roma dello scorso 3 aprilequando a piazza Montecitorio, davanti a volontari provenienti da tutta Italia, Istituzioni e parlamentari avevano promesso che tutto si sarebbe risolto in nome del “buon senso”. Inascoltata anche la risoluzione approvata dalla IX Commissione Trasporti della Camera (n.8-00060 Tullo-Fossati) il 4/6/2014 che impegna il Governo a “definire e rendere individuabili i veicoli adibiti al soccorso; concedere telepass per l’esenzione del pedaggio autostradale in comodato d’uso gratuito senza aggravi burocratici ed organizzativi ai veicoli di soccorso delle associazioni di volontariato, modificando ed integrando le concessioni in essere su tutte le autostrade italiane, senza oneri per il bilancio dello Stato”. Inascoltate le numerose richieste di interlocuzione fatte al Ministero dei Trasporti, Maurizio Lupi, che ha dimostrato scarsa attenzione verso Anpas e Misericordie, le due principali realtà del volontariato che si occupano di trasporto sanitario in Italia. «Per questo chiediamo di equiparare l’esenzione del pedaggio per i mezzi della Croce Rossa Italiana (che su questo tema ha dichiarato il suo pieno appoggio) anche ai veicoli delle associazioni di volontariato che, come Anpas, svolgono gli stessi servizi, vista anche la recente trasformazione della Croce Rossa, nella sua parte civile, in ente privato», prosegue Pregliasco. «Non possiamo fermare il soccorso ai caselli, soprattutto in quelli non presidiati da personale di Società autostrade e aspettare che vengano aperti con una persona che sta male a bordo».
Lupi per altro si era anche esposto promettendo che avrebbe trovato una soluzione al problema salvo poi disertare l’incontro con i rappresentanti dei soccorsi italiani e concentrarsi sul caso Uber.
Nei prossimi giorni sono possibili nuove azioni di protesta.
«Vogliamo continuare a tutelare la salute delle persone», conclude Pregliasco «e non escludiamo altre azioni di protesta: la mancata esenzione del pedaggio autostradale per il soccorso comporterà un aggravio economico per i volontari delle associazioni di volontariato che saranno costrette a rivedere i bilanci, le attività e i servizi resi alle oltre mille comunità di riferimento e ai singoli cittadini che nostro malgrado, inevitabilmente, ne subiranno le conseguenze»
FONTE: VITA (www.vita.it)