L’Università Ca’ Foscari, l’École Polytechnique Fédérale de Lausanne e Telecom hanno dato vita circa un anno fa al progetto congiunto denominato “Digital Humanities and Future Cities in Venice”.
Il progetto presenta aspetti molto interessanti e affronta uno dei temi critici più attuali dell’opera di tutela e diffusione del patrimonio artistico e archivistico: la digitalizzazione.

La tecnologia, oggi, ci consente di affrontare l’atomizzazione delle banche dati attraverso il sistema della metadatazione e i linked data, acquisendo dati diversi provenienti da documenti di archivi pubblici.
L’iniziativa si estende all’Archivio di Stato di Venezia e intende rivolgersi a un enorme patrimonio di atti e documenti che vanno dal Medio Evo al Ventesimo secolo: migliaia di manoscritti in lingue diverse, che messi in fila ammontano a circa 80 chilometri di carte.
L’obiettivo, oltre che mirare alla conservazione di dati e informazioni che riguardano il nostro patrimonio storico, è anche quello di aprire nuove prospettive all’utilizzo dei Big Data. I primi risultati del progetto sono stati presentati lo scorso 20 giugno 2014, presso l’Archivio di Stato di Venezia.

Le più moderne attrezzature e un team di ricercatori di elevato profilo professionale sono gli elementi in campo per realizzare il progetto di digitalizzazione del patrimonio documentale sulla storia della Serenissima che coinvolge i documenti conservati all’Archivio di Stato e i testi della Biblioteca di Area Umanistica di Ca’ Foscari relativi alla storia della città, che saranno sottoposti successivamente alla creazione di un motore di ricerca semantico associato ad una biblioteca digitale.

La digitalizzazione dei documenti antichi è riconosciuta come un passo essenziale nella conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, due delle missioni fondamentali degli archivisti. E’ altrettanto indispensabile per la successiva fase di ricerca, che si concentrerà sullo sviluppo e l’utilizzo delle tecniche più sofisticate di analisi automatica dei testi (basate su algoritmi di data mininig e machine learning) per l’estrazione di conoscenza e la ricostruzione dei diversi processi, storici, sociali, economici, culturali ed artistici.

Sarà anche costituito un database di immagini, frutto del grande patrimonio artistico-figurativo diffuso nelle principali istituzioni della città, e in maniera minore ma significativa anche nei musei e nelle collezioni di tutto il mondo. Le immagini verranno declinate in 3D o in gigapixel, consentendo una sorta di “ingresso digitale” nel dipinto, o la riproduzione in scala di edifici mai eseguiti ma documentati, o non altrimenti visitabili.

Digitalizzazione dei documenti antichi e analisi testuale e delle immagini dovrebbero consentire in un futuro non lontano di generare visualizzazioni e altri materiali a beneficio della ricerca storica, artistica ed economica, dell’educazione a tutti i livelli, ma anche della creazione di nuovi profili professionali e imprese in settori importanti dell’economia come il turismo e l’industria nel campo media & entertainment.

FONTE: Innovatori PA (www.innovatoripa.it)

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