Bortolussi: “Il cattivo funzionamento della Pa costa ad ogni azienda mediamente 7.000 euro all’anno. Un importo insopportabile per le piccolissime imprese che sono soffocate da timbri, scartoffie e scadenze varie”.
Ecco le inefficienze della nostra PA che frenano la crescita delle imprese:
- I neo imprenditori italiani subiscono il costo più elevato in Ue per avviare la propria attività;
- Sono necessari 234 giorni per ottenere tutti i permessi necessari per costruire un capannone. In Ue fanno peggio di noi solo la Slovacchia e Cipro;
- Bisogna aspettare 124 giorni per ottenere l’allacciamento alla rete elettrica. In Europa la media è di 102 giorni;
- Per pagare le imposte, le imprese devono “impiegare” 269 ore all’anno: ben 33 giorni lavorativi. Ci supera solo il Portogallo;
- Nessuno ha un carico fiscale superiore al nostro: 65,8% sui profitti commerciali di una impresa;
- Per completare le procedure di esportazione sono necessari 19 giorni. In Ue nessuno impiega più tempo;
- Il costo per esportare un container è pari a 1.195 dollari. In Ue la media è di 1.044 dollari;
- Per completare le procedure di importazione si impiegano 18 giorni. Nessuno in Europa ci mette più tempo;
- Per importare un container il costo è di 1.145 dollari. In Ue è di 1.101 dollari;
- In una disputa commerciale sono necessari 1.185 giorni per ottenere una risoluzione. Solo in Slovenia e in Grecia la situazione è più critica della nostra;
- Il costo di una risoluzione in ambito commerciale è pari al 23,1% del valore della merce non pagata. In Ue è del 19,2%.
Alla luce delle inefficienze appena elencate, nei rapporti con le imprese la nostra Pubblica amministrazione (Pa) è la meno efficiente tra i 17 Paesi dell’area dell’euro(*). Solo Grecia eMalta ottengono un risultato peggiore del nostro: tutti gli altri Paesi garantiscono dei servizi alle proprie aziende nettamente superiori a quelli offerti dalla nostra Pa. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA che ha analizzato una dozzina di indicatori che ha consentito di stilare una classifica generale che consente di capire quali sono gli Stati europei dove è più semplice fare impresa. A salire sulgradino più alto del podio è la Finlandia: seguono l’Irlanda e la Germania. L’Italia, invece, si colloca al 15° posto a livello Ue, mentre nella graduatoria mondiale ci posizioniamo al 65° posto.
Dalla CGIA ricordano che a causa del cattivo funzionamento della nostra macchina pubblica e per l’eccessivo peso della burocrazia, l’Italia è in coda alla classifica europea per quanto riguarda gli Ide: ovvero, gli investimenti diretti esteri. Solo la Grecia presenta un’“attrattività” inferiore alla nostra. Ciò vuol dire che gli investitori stranieri non vengono da noi perché, ad esempio, la giustizia funziona poco e male, perché il deficit infrastrutturale è drammatico, perché la presenza in alcune aree del Paese della criminalità organizzata ha toccato livelli preoccupanti, ma soprattutto perché i tempi di pagamento della nostra Pa sono i peggiori d’Europa.
Dichiara il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi:
“La riforma della Pubblica amministrazione, sia chiaro, deve essere rivolta ad aumentare la quantità e a migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini e alle imprese. Ricordo che al sistema delle piccole e medie imprese, che costituisce il 99,9% del totale delle aziende presenti in Italia, la burocrazia costa, in termini assoluti, quasi 31 miliardi di euro all’anno. Per ciascuna di queste Pmi si stima che il peso economico medio annuo sia pari a circa 7.000 euro.
Un importo insopportabile soprattutto per le piccolissime imprese che sono soffocate da timbri, scartoffie e scadenze varie. Tali costi penalizzano di più le micro imprese rispetto alle aziende di dimensioni maggiori. E’ utile sottolineare, ad esempio, che il 74% degli artigiani e dei commercianti lavora da solo: pertanto, la gestione degli adempimenti burocratici viene svolta direttamente dal piccolo imprenditore, che, in alternativa, si deve rivolgere ad un libero professionista o ad una Associazione. Sia chiaro, parte della burocrazia è ineliminabile, utile ed indispensabile, tuttavia è necessario che la riforma renda la nostra Pubblica amministrazione più snella, più efficiente e, soprattutto, meno costosa”.
(*) la graduatoria non include la Lettonia che ha adottato la moneta unica dall’ 1-1-2014
Visualizza gli indicatori utilizzati: efficienza PA
FONTE: CGIA Mestre