Il delegato alla Cultura Braccialarghe: “Nostre proposte di modifica siano recepite nel provvedimento”. Gnassi, sindaco di Rimini: “Con decreto il turismo esce dall’alone di retorica che lo avvolge”

Un primo passo verso quella sinergia pubblico-privato necessaria allo sviluppo integrato dei settori cultura e turismo. Ma per completare il percorso, servono un disegno normativo organico ed un quadro risorse certo, con particolare attenzione alle misure di defiscalizzazione per le attività turistiche. E’  la posizione espressa dall’Anci nel corso dell’audizione presso le commissioni Cultura ed Attività produttive della Camera, nell’ambito della conversione in legge del ‘decreto Franceschini’, varato lo scorso 22 maggio dal governo. A rappresentare l’associazione, il cui punto di vista è sintetizzato in un documento (vedi allegato), una delegazione composta dal delegato alla Cultura, Maurizio Braccialarghe e da Andrea Gnassi, sindaco di Rimini e presidente della commissione Turismo.
Soffermandosi sugli aspetti più prettamente culturali, Braccialarghe saluta con favore il decreto, “che inizia a disegnare in maniera approfondita un insieme di norme atte a valorizzare la cultura nel nostro paese, cercando di affrontare i nodi spesso irrisolti che hanno caratterizzato finora l’azione legislativa delle istituzioni”.
Venendo poi al tema delle Fondazioni lirico-sinfoniche, il delegato Anci chiede che tali istituti vengano esclusi “dal pagamento dell’Irap, previsto per la prima volta quest’anno, in ragione del cambiamento dei parametri tecnici di ripartizione del Fondo Unico per lo Spettacolo. Una modifica che – sottolinea Braccialarghe – permetterebbe di evitare per le Fondazioni un onere ulteriore stimato in 10-15 mln di euro”.
Un’altra proposta formulata dall’associazione riguarda la possibilità che Cassa Depositi e Prestiti conceda un finanziamento a favore di quegli enti sinfonici non in crisi, a copertura degli interessi passivi che si accumulano per il ritardo endemico nei pagamenti da Province e Regioni”.
Infine, tra le richieste avanzate dell’Anci, che Braccialarghe si augura vengano recepite nel decreto, vi è anche l’istituzione di un Fondo nazionale per la promozione della lettura, finalizzato a finanziare progetti specificamente rivolti ai bambini e ai ragazzi in età scolare e alle aree del Paese dove le percentuali di lettori sono più basse”.
Per il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, “il decreto è il primo passo per fare uscire nel nostro paese il turismo dall’alone di retorica che lo avvolge. Ma ancor di più – sottolinea – serve una legge organica che dia un inquadramento al settore, colmando le lacune lasciate da questo decreto”.
A suo parere, si tratta di inserire alcune misure che favoriscano l’attività imprenditoriale turistica, come quella di “allungare a 15 anni, dagli attuali 7, il periodo di concessione degli immobili in modo da facilitare il rientro degli investimenti realizzati”. Oppure “l’istituzione di un fondo di garanzia che favorisca l’accesso al credito per le opere di abbellimento urbanistico, ed interventi di defiscalizzazione per agevolare le vendite”.
Altrettanto importante è, secondo l’esponente Anci, assicurare un ruolo fattivo ai Comuni nell’ambito della futura Enit, che sarà trasformata in un ente pubblico economico: “Negli organi direttivi della nuova compagine societaria deve sedere un rappresentante dei municipi”, scandisce Gnassi.
Ma su tutto rimane l’annoso tema delle risorse: quelle riconducibili al decreto non sono certo sufficienti. “Bisogna strutturare meglio il campo delle misure e l’ordine delle risorse finanziarie”, chiosa il sindaco di Rimini.
Scarica il documento: proposte Anci al Dl cultura
FONTE: Anci
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