Si è svolta ieri un’audizione di una delegazione della Conferenza delle Regioni e delle province autonome presso la Commissione parlamentare per la semplificazione, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla semplificazione legislativa ed amministrativa. La posizione delle Regioni è stata illustrata dall’assessore della Regione Lazio, Concettina Ciminiello che ha lasciato agli atti della Commissione un documento approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
“Per le Regioni – ha spiegato la Ciminiello – suggeriscono un metodo di lavoro per la semplificazione che tenga conto di tre condizioni.
Prima di tutto occorre considerare che la semplificazione si effettua prima di tutto a livello amministrativo e organizzativo, misurando gli interventi caso per caso, intervenendo solo in ultima istanza a livello normativo.
La semplificazione – prosegue Ciminiello – deve tradursi in un’attività di verifica del sistema, considerando sempre l’impatto delle modifiche introdotte e la loro sostenibilità.
Terza questione. La semplificazione non si ottiene unilateralmente, ma solo con la collaborazione istituzionale tra comparti della pubblica amministrazione e livelli di governo, da un lato, e, dall’altro, con la partecipazione degli stakeholder.
Anche per questi motivi – ha proseguito Ciminiello – le Regioni danno grande importanza all’iniziativa della Commissione per la semplificazione. Un’indagine allargata che parta proprio dalle esperienze condotte aiuterà ad identificare i problemi e a tentarne una soluzione”.
In un quadro non privo di diverse criticità le Regioni hanno tentato di “interpretare il proprio ruolo in materia di semplificazione, approntando strumenti e metodi per fa fronte alle numerose complessità insite sia nell’esercizio delle prerogative legislative che amministrative a cui devono corrispondere. Un dato comune a molte Regioni – si legge nel documento della Conferenza delle Regioni – è proprio l’aver acquisito una consapevolezza” sulla “necessità di un governo complessivo della semplificazione dove è fondamentale un indirizzo che promana dal centro (la regione) e si sviluppa e si attua attraverso i territori, coinvolgendo nei processi decisionali e di monitoraggio costante degli effetti anche la componente rappresentativa delle imprese, dei cittadini e dei lavoratori” e talvolta “misure e iniziative varate e sviluppate a livello regionale e locale scontano i ritardi e le inefficienze che promanano dalle amministrazioni statali o da norme dettate dallo Stato.”
“Il tema della semplificazione è stato per lungo tempo appannaggio esclusivo del legislatore statale” e che spesso “ha interpretato la semplificazione come un esercizio di tipo comunicativo e para-elettorale. Al contrario, una strada alternativa per semplificare in Italia è possibile”.
Un approccio diverso al tema della semplificazione è già stato sperimentato e ha già prodotto alcuni risultati: “Si tratta – prosegue il Documento della Conferenza – dell’esperienza del Tavolo istituzionale previsto dal più volte richiamato Accordo siglato in Conferenza Unificata nel maggio 2012.
È dunque prioritario, concludono le Regioni, “rinnovare il patto di collaborazione tra tutti i livelli di governo attraverso l’individuazione di una nuova Agenda comune per la semplificazione”, proseguendo il lavoro tecnico svolto ultimamente, grazie alla collaborazione e all’impegno profuso dalla struttura tecnica del Ministero competente in materia di semplificazione.
FONTE: Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome (www.regioni.it)