La proroga della Tasi trova la prima indicazione ufficiale. Un emendamento presentato nella tarda serata di ieri al decreto legge Irpef durante l’esame davanti alle commissioni Bilancio e Finanze del Senato fissa infatti la data del 16 ottobre per il versamento nei Comuni dove non sono state deliberate le aliquote entro il 23 maggio: l’ipotesi è però che questa data riguardi solo i Comuni che delibereranno entro il 19 settembre. Per chi ritarderà ulteriormente, invece, si profilerebbe il versamento al 16 dicembre con aliquota base all’1 per mille. Il testo verrà inserito anche in un provvedimento (un decreto legge) che sarà esaminato e varato dal Consiglio dei ministri previsto per venerdì.

Mentre i contribuenti spulciano le delibere comunali per capire se devono pagare la Tasi il 16 giugno oppure aspettare, rischia di passare in secondo piano il fatto che in ogni caso non è in programma nessuna proroga per quel che riguarda l’Imu, perché in questo caso non ci sono incertezze: l’acconto dell’imposta municipale va pagato entro il 16 giugno in tutti i Comuni sulla base delle aliquote stabilite per il 2013, mentre il conto sulla base dei parametri 2014 sarà conguagliato con il saldo di dicembre. Ma l’inciampo c’è anche in questo caso, ed è stato segnalato ieri dalla Consulta nazionale dei centri di assistenza fiscale: «Né le Poste né le banche – ha spiegato Valentino Canepari, presidente della Consulta – accettano i moduli F24 senza i codici identificativi di pagamento, ma nessuno riesce a fornirceli». La scadenza dell’Imu è tutt’altro che secondaria, perché riguarda oltre 15 milioni di contribuenti chiamati a versare almeno 9 miliardi, una parte dei quali (il gettito ad aliquota standard prodotto da capannoni, alberghi, centri commerciali e in genere i fabbricati di categoria catastale «D») è indirizzata alle casse dello Stato.

La regola generale, come accennato, chiede di pagare l’acconto in base alle aliquote dell’anno scorso, ma potrebbe essere utile verificare che il Comune non abbia deciso per quest’anno parametri nuovi, magari più bassi: in questo caso il pagamento in base alle nuove aliquote eviterebbe ai contribuenti di anticipare una parte eccessiva di imposta, che comunque alleggerirebbe il saldo di dicembre, dal momento che le aliquote deliberate hanno valore retroattivo per tutto l’anno, e quindi un versamento misurato da queste ultime non dovrebbe produrre problemi o sanzioni. Alla cassa sono chiamati per l’Imu i pochi proprietari di abitazioni principali «di lusso», cioè comprese nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, e i tanti che possiedono seconde case o altri immobili. Unici esclusi, oltre alle abitazioni principali non di lusso, sono i fabbricati rurali strumentali all’attività agricola, mentre per i terreni valgono le regole dell’anno scorso: un decreto dell’Economia avrebbe dovuto riscrivere l’elenco dei Comuni montani o collinari in cui si applica l’esenzione, ma il provvedimento non ha ancora visto la luce per cui al momento vale la vecchia lista.

Nella girandola delle proroghe, dovrebbe arrivare anche uno slittamento di 20 giorni per la scadenza di Unico nel caso di contribuenti sottoposti agli studi di settore. Anche così “ritoccato”, comunque, il calendario continua a non piacere ai Caf: quelli della Cgil hanno parlato ieri di «ingorgo micidiale», e sono tornati a chiedere al Governo una proroga dell’acconto Tasi generalizzata a tutti i Comuni.

FONTE: Ifel Fondazione Anci

 

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