Lavoro : “Italia investe 10 volte meno della media europea. Rilanciare i servizi per aiutare chi cerca lavoro”

“Negli ultimi anni, gli anni della crisi, l’Italia ha investito nei servizi per il lavoro dieci volte di meno della media europea, il 20% del  totale delle risorse nazionali contro una media Europea che viaggia intorno al 45%.  Se non cambiano questi numeri, difficilmente riusciremo a fare scendere quel primato del 13% di disoccupazione”. Lo ha ricordato il Coordinatore nazionale degli Assessori al lavoro delle Province, Carlo Chiama, intervenendo in Senato in una audizione su Job Act.

L’Assessore, consegnando ai senatori un documento unitario Anci Upi , ha ricordato come “il Job Act prova ad intervenire su questi numeri, attraverso la riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive. Sono i servizi, infatti, e la qualità degli strumenti che si riuscirà a mettere concretamente in campo, che potranno decretare il successo o meno della Garanzia Giovani, il programma promosso e finanziato dall’Unione Europea che ha stanziato per l’Italia 1,5 miliardi di euro”. Quanto ai centri per l’impiego, l’Assessore Chiama ha spiegato ai senatori la posizione unitaria di Anci e Upi. “La nostra proposta – ha detto intervenendo in rappresentanza delle due associazioni – è di assegnare un ruolo essenziale e decisivo ad una Agenzia nazionale di riferimento che promuova, coordini, verifichi, valuti ed affianchi i territori, lasciando alle Province e alle Città metropolitane la gestione vera e propria dei servizi. L’agenzia nazionale avrà il compito strategico di definire standard e livelli di prestazioni uguali per tutto il Paese: a Province e Città metropolitane resterà la gestione centri per l’impiego. Le politiche attive  – ha detto – richiedono infatti servizi che conoscano e rispondano al territorio ed alle sue peculiarità e potenzialità e che riconoscano le diversità e specificità delle persone e delle imprese sul territorio. Accanto a questo – ha aggiunto Chiama – chiediamo che nel Job Act si espliciti con norme chiare l’obbligo della condizionalità , che obbliga chi riceve un sussidio di disoccupazione a partecipare ad interventi di formazione e riqualificazione, pena la perdita del sussidio. E’ una misura che la Commissione Europea esorta da ben tredici anni l’Italia ad introdurre e che con il Job Act , che la afferma, deve essere tradotta in norme e servizi corrispondenti”.

FONTE: Upi (Unione province d’Italia)

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