La sfida sulla Tasi non è ancora finita.

L’accordo per lo slittamento del pagamento al 16 ottobre, che ha di fatto dato la possibilità ai Comuni di rinviare la decisione sulla fissazione delle aliquote, sembrava aver placato gli animi. Ma il braccio di ferro tra Anci e Tesoro va avanti. I Comuni puntano ad ottenere dal governo l’anticipazione di tutti gli ammanchi in bilancio legati al mancato incasso. Cosa praticamente fatta per il presidente dell’Anci, Piero Fassino. Ma non così semplice per il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che conferma la compensazione, ma solo nelle disponibilità del governo. Probabilmente non molte dopo l’impegno per il bonus Irpef.

Per i Comuni che usufruiscono della proroga «ci sarà l’anticipazione da parte dello Stato», ha annunciato Fassino. «Il problema dei Comuni – ha spiegato – non è la Tasi , ma le risorse complessive che hanno a disposizione». L’anticipazione ci sarà, ha confermato Padoan, sarà «temporanea» e soprattutto, ha frenato immediatamente il ministro, «nell’ambito delle risorse disponibili». Per capire quanto effettivamente il governo sarà in grado di stanziare bisognerà attendere i prossimi giorni (probabilmente domani o venerdì anche se non è escluso un rinvio all’inizio della prossima settimana) quando arriverà in consiglio dei ministri il decreto sul rinvio dei termini per il pagamento delle rate.

Per i Comuni che non hanno deliberato entro il 23 maggio sarà previsto lo slittamento al 31 luglio (data massima per l’approvazione dei bilanci) per la fissazione delle aliquote e al 16 ottobre per il pagamento della prima rata per tutti gli immobili. Il 16 dicembre resterà la scadenza per la seconda rata. Oggi, a legislazione vigente, nei Comuni che non hanno rispettato la scadenza del 23 maggio è previsto per la prima casa il pagamento di tutta la Tasi il 16 dicembre, mentre per gli altri immobili il 16 giugno è dovuta comunque la prima rata in base all’aliquota base, con conguaglio il 16 dicembre. Sono circa 6.000 i Comuni che non hanno deliberato le aliquote Tasi e per i quali il pagamento dell’acconto scivola al 16 ottobre. Fra questi ci sono Roma, Milano e Firenze.

Lo spostamento a ottobre dovrebbe riguardare la Tasi su seconde case, capannoni, negozi, alberghi e uffici mentre per le prime case si dovrebbe pagare tutto in un’unica soluzione a dicembre 2013 se il Comune non ha deliberato. Nel frattempo la lista dei Comuni che hanno deliberato le aliquote (e le relative detrazioni) è ormai definitivo: sono ora 2.163 i comuni le cui delibere sono state pubblicate sul sito del dipartimento delle Finanze (www.finanze.it) mentre un’altra decina di delibere è ancora in lavorazione da parte del Dipartimento. Per questi Comuni, che sono riusciti a decidere entro il termine del 23 maggio le aliquote, la prima rata della tassa sui servizi indivisi dovrà essere pagata entro il 16 giugno, cioè fra poco più di due settimane giorni. Fra questi ci sono Genova, Napoli, Venezia, Bologna, Torino, Bari, mentre fra i «rimandati» ad ottobre ci sono Palermo, Catania, Padova, Potenza, Cosenza, Trieste, Bolzano. Sembra escluso, salvo ripensamenti dell’ultima ora, un rinvio generalizzato per tutti gli 8.092 Comuni, «virtuosi» o «ritardatari» che siano, come avevano chiesto diverse organizzazioni.

FONTE: Ifel Fondazione Anci

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