Nel 2013 sono state 70.955 le tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici (Raee) gestite da Ecodom, il Consorzio Italiano per il Recupero e il Riciclaggio degli Elettrodomestici. In particolare, sono state trattate 34.933 tonnellate di frigoriferi, congelatori, condizionatori (R1), 35.534 tonnellate di lavatrici, lavastoviglie, scalda-acqua, forni, cappe (R2) e 488 tonnellate di piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo e computer (R4).

È questo il quadro dettagliato che emerge dal ‘Rapporto di Sostenibilità 2013′, in cui si spiega che con questa raccolta le materie prime recuperate e destinate al riciclo sono state pari a 62.312 tonnellate e al primo posto si è confermato il ferro (con 42.287 tonnellate equivalenti a circa 6 Tour Eiffel), al secondo la plastica (con 7.486 tonnellate, pari a quelle necessarie per produrre 6 miliardi di mattoncini delle costruzioni giocattolo), poi alluminio (con 2.058 tonnellate, pari a quelle utili per realizzare 105 milioni di lattine da 33 cl) e rame (con 1.658 tonnellate, equivalenti a quelle necessarie per produrre un cavo lungo da Milano a Mosca).

I processi di trattamento hanno evitato l’immissione in atmosfera di circa 856.000 tonnellate di anidride carbonica (CO2), una quantità pari a quella che verrebbe assorbita in un anno da un bosco esteso quanto la provincia di Rimini, e consentito un risparmio energetico di più di 270.000 Giga Joule pari al consumo energetico annuo di una città di 64.000 abitanti (come Carrara) o equivalente al fabbisogno energetico di Milano (con 1.262.101 abitanti) per oltre due settimane.

A livello territoriale la Lombardia si è confermata la regione più virtuosa: 13.960 tonnellate di apparecchiature trattate, con un risparmio di oltre 14.000.000 kWh di energia elettrica e più di 140.000 tonnellate di CO2 non immesse nell’atmosfera; al secondo posto la Toscana, con 7.193 tonnellate e al terzo posto l’Emilia Romagna, con 7.161 tonnellate. Fanalino di coda, secondo la classifica di Ecodom, il Molise (con 151 tonnellate), preceduto da Basilicata (270 tonnellate) e Valle d’Aosta (383 tonnellate).

Il risultato annuale, spiega il Consorzio, registra una lieve flessione rispetto all’anno precedente (-1,39%). “Anche nel 2013, anno in cui è cominciato in Italia l’iter di recepimento della nuova Direttiva europea sui Raee – afferma Alberto Borroni, presidente di Ecodom – il nostro Consorzio è riuscito a mantenere a zero i contributi chiesti ai produttori e di conseguenza ai consumatori. Il nostro auspicio è che si riesca a costruire una vera e propria economia del riciclo, in cui le materie prime scartate come rifiuti possano essere riutilizzate, come risorse, da altre industrie” per contribuire a un’economia a bassa intensità di carbonio e di inquinamento.

“La priorità per Ecodom è la tutela dell’ambiente”, sostiene Giorgio Arienti, direttore generale del Consorzio rilevando l’attenzione alla qualità del trattamento dei Raee, in particolare per l’estrazione dei gas ozono-lesivi. Con un trattamento di alta qualità, osserva, “il nostro Paese potrebbe avere, sia in termini di risparmio energetico che di minori emissioni di gas serra, un beneficio ambientale quasi quattro volte superiore a quello attuale”.

FONTE: Associazione dei Comuni virtuosi

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