La novità è prevista dalla Legge di Stabilità: 1.200 scuole in reggenza, 600 sottodimensionate e altre 1.500 complesse o con un alto numero di iscritti perderanno l’unico punto di riferimento e organizzativo. Il tutto per far risparmiare 100 milioni l’anno.

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): il Governo farebbe bene a ravvedersi, perché il loro ruolo è fondamentale per il buon funzionamento del servizio. Andando anche a stroncare l’unica forma di carriera del settore.

Se la norma compresa nella Legge di Stabilità sull’abrogazione degli esoneri e semiesoneri annuali dei collaboratori del dirigente scolastico dovesse essere confermata anche in Parlamento, per migliaia di scuole saranno guai seri: su 8.400 scuole autonome complessive, quasi 1.200, attualmente in reggenza, affidate in pratica al dirigente scolastico di un altro istituto, dal prossimo anno scolastico saranno private anche del responsabile di sede. E lo stesso destino è quello che attende altre scuole 600 sottodimensionate, che per legge, a causa del basso numero di alunni iscritti, non possono più avere il loro capo d’Istituto.

Poi ci sono circa tremila istituti che, invece per l’elevata presenza di allievi oppure per la presenza di sedi distaccate, a cui il Miur, tramite gli uffici scolastici periferici, ha concesso quest’anno il cosiddetto semiesonero: in pratica, il docente incaricato di questo ruolo, sempre individuato dal dirigente scolastico, svolge meno ore in classe per dedicarsi all’organizzazione scolastica.

Il testo di questo provvedimento, approvato dal CdM e contenuto nel comma 8 dell’articolo 29 della Legge di Stabilità, viene sintetizzato con l’eloquente titolo “Abrogazione esoneri e semiesoneri per i collaboratori del dirigente

Scolastico”: prevede che “a decorrere dal 1° settembre 2015 e in considerazione dell’attuazione dell’organico dell’autonomia, funzionale all’attività didattica ed educativa nelle istituzioni scolastiche ed educative, l’articolo 459 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 è abrogato”.

Ricorda il Sole 24 Ore che “la norma che sta per essere abrogata (articolo 459 del Dlgs 297/94) prevede un esonero per i docenti di scuola materna ed elementare quando si tratti di circolo didattico con più di 80 classi. Per la ex scuola media scatta l’esonero quando si tratti di scuole con più di 50 classi, o il semiesonero, quando si tratti di scuole con più di 35 classi. Per gli istituti e scuole di istruzione secondaria occorrono più di 50 classi per l’esonero e più di 35 classi per il semiesonero. L’autorizzazione all’esonero o al semiesonero può essere anche disposta sulla base di un numero di classi inferiore di un quinto in caso di scuole o istituti che funzionano con classi di doposcuola, corsi di scuola popolare, corsi per lavoratori, corsi serali, o che attuino sperimentazioni autorizzate dal ministero o adottino doppi turni di lezione o abbiano plessi, succursali, sezioni staccate o sedi coordinate”. Ora, però, tutto questo decade.

La Legge di Stabilità non riporta i risparmi che deriveranno da tale passaggio: tuttavia, “ipotizzando 2mila esoneri totali e 3mila semiesoneri, i supplenti in meno sarebbero 3.500, con un risparmio di circa 100 milioni di euro all’anno”. Un vantaggio economico per lo Stato, nemmeno importante, che rischia di lasciare le scuole nel caos. “Basta immaginare un liceo con 70 classi. Chi affiancherebbe il preside nella gestione del quotidiano, tra richieste di alunni e docenti e lamentele dei genitori?”, scrive La Repubblica.

“Se questa nuova norma non dovesse essere cancellata – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – l’anno prossimo in molte scuole, dai nostri calcoli almeno una scuola su tre, si potrebbero venire a determinare situazioni di vera ingestibilità. Chi conosce la Scuola, sa che già l’ex premier Mario Monti, nel 2012, tentò di dimezzare la valenza di questo servizio. Il Governo farebbe bene a ravvedersi, perché per le scuole quello dei collaboratori dei presidi è un ruolo fondamentale ai fini del loro buon funzionamento”.

“Questi insegnanti – continua il sindacalista Anief-Confedir – si caricano quotidianamente di incarichi e responsabilità enormi. In cambio, peraltro, di cifre annuali davvero irrisorie. È inaccettabile che, anziché valorizzarne il ruolo, ora vengano messi da parte. Molti di loro hanno una professionalità e delle competenze preziose, che non possono essere accantonate. Privando di migliaia di sedi rimarranno privi dell’unico elemento con capacità decisionale. Inoltre, è assurdo che anziché sviluppare nuove forme di carriera all’interno del sistema scuola, dove non esistono funzioni quadro, – conclude Pacifico – si vanno a tagliare quelle poche già presenti”.

Proprio per evitare che il depauperamento lavorativo di questa professionalità, l’Anief dà la possibilità ai collaboratori dei dirigenti scolastici di avviare un ricorso, al fine di recuperare le somme inadeguate conferitegli.

 

 

FONTE: ANIEF – Associazione Sindacale Professionale

 

collaboratori del preside