Hanno risposto in oltre 2mila alla manifestazione organizzata dal Mida Precari, con le adesioni di diversi raggruppamenti di docenti non di ruolo e del sindacato Anief: nel pomeriggio del 10 settembre si sono riuniti davanti Montecitorio per dire no alla prospettiva espressa dal Governo, attraverso la bozza delle linee guida, di far accedere alle immissioni in ruolo successive al 2015 solo i vincitori di concorso. Oltre che di eliminare la terza fascia delle graduatorie d’istituto, dove oggi sono iscritte svariate decine di migliaia di precari forniti di titoli e in attesa di abilitazione.
La protesta è stata passionale e colorata. Davanti al Parlamento i docenti hanno fischiato, suonato, ballato. Ed esposto tanti cartelli e striscioni, per spiegare i motivi della protesta di piazza coincidente con l’avvio del nuovo anno scolastico: “Doppio titolo: TFA e sostegno, ma nella riforma dove siamo?’, ‘PASsione Scuola’, ‘Abilitati con servizio in organico di diritto’, ‘Servizio prestato e concorso superato: e ora?’.
Ad essere colpiti sono, tra gli altri, anche coloro che hanno conseguito l’abilitazione dopo il 2011: oltre 100mila continuano inspiegabilmente a rimanere esclusi dalle GaE. Negli ultimi mesi l’Anief è riuscito, attraverso il tribunale, a riaprire queste graduatorie per centinaia di precari ricorrenti. Altri 14mila stanno aspettando lo stesso esito: rimangono esclusi perché hanno la ‘colpa’ di avere svolto i Tirocini Formativi Attivi, i Percorsi Abilitanti Speciali istituiti presso le Università per abilitare all’insegnamento, le Facoltà di Scienze della Formazione Primaria, i corsi abilitanti all’estero. Pure chi non ha aggiornato la domanda nell’ultimo aggravamento, a prescindere dalle motivazioni, si è trovato illegittimamente fuori dall’ultimo aggiornamento triennale.
“Come nel 2009 e nel 2011 – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, anche lui presente alla manifestazione -, anche stavolta siamo riusciti a farne inserire nelle GaE diverse centinaia. Altri 14mila aspettano la sentenza del tribunale. Ma molti di più attendono quella, ormai vicina, della Corte di Giustizia europea, sollecitata prima di tutti proprio dall’Anief quasi cinque anni fa, proprio per l’abuso dei contratti a termine: una ‘tradizione’ tutta italiana. Che ha da finire. E contro cui i lavoratori si stanno ribellando con forza”.
“Per questo motivo siamo arrivati a manifestare davanti a Montecitorio: la soluzione deve passare per via legislativa. Non è più possibile che per insegnare si debba continuare a ricorrere in tribunale. Addirittura quando si è stati formati dalla Stato, nelle università, si sono superate dure selezioni, svolti lunghi corsi formativi oppure si è già lavorato per tanti anni. È giunta l’ora di provvedere alla stabilizzazione di questi 100mila e più docenti, il cui apporto per il funzionamento delle nostre scuole – conclude Pacifico – è più che determinante”.
FONTE: AgenParl – Agenzia Parlamentare per l’Informazione Politica ed Economica
AUTORE: Ilenia Miglietta