Il sindacato smonta il progetto statale di risparmiare 600 milioni di euro l’anno non chiamando più i docenti precari e il personale Ata in caso di assenza dei colleghi di ruolo da 1 a 7 giorni: l’organico funzionale non può servire a coprire tutte le supplenze che quotidianamente si svolgono nelle nostre scuole.

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): pensare di utilizzare l’organico funzionale quasi esclusivamente per le sostituzioni sarebbe un grave errore di valutazione, realizzato da chi pensa che la scuola si compone prima di numeri e solo dopo di giovani in formazione.

È destinato ad essere fallimentare il piano del Ministero dell’Economia di risparmiare 600 milioni di euro annui introducendo nella spending review una norma che dal prossimo anno scolastico permetterà agli istituti di non chiamare più i docenti precari ed il personale Ata in caso di assenza dei colleghi di ruolo da 1 a 7 giorni: l’assunzione di 150mila nuovi docenti, infatti, servirà a coprire principalmente i posti vacanti e le attività ordinarie, non di certo a coprire tutte le supplenze brevi di cui quotidianamente le scuole necessitano.

Il sindacato ricorda che nella scuola i supplenti, anche quelli che sottoscrivono un contratto per un solo giorno, rappresentano una risorsa formativa preziosa e irrinunciabile. Non sono di certo dei “tappabuchi”, come vorrebbe far credere oggi il Governo approvando l’ennesimo provvedimento al risparmio che danneggerebbe senza ombra di dubbio gli alunni. Pensare di affidare ad alcuni docenti della scuola, a disposizione per queste necessità, tutte le supplenze cosiddette brevi non è un piano fattibile: un istituto o una rete di scuole non potrà infatti avere al suo interno un numero adeguato per sopperire alle esigenze. Che, soprattutto, nella scuola dell’infanzia e primaria, ma anche in presenza dei 222mila alunni disabili presenti in tutti i cicli scolastici, che per ovvi motivi prevedono la presenza del docente subentrante anche per un solo giorno di assenza del titolare.

“L’organico funzionale – sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – si potrà realizzare solo se le scuole funzioneranno, per davvero, in tutte le sue attività ordinarie: l’utilizzo dei docenti permanenti, a livello di singoli istituti e scuole di rete, dovrebbe servire alle attività curricolari e al sostegno della didattica. Pensare di utilizzare queste preziose risorse umane quasi esclusivamente per le sostituzioni sarebbe un grave errore di valutazione, realizzato da chi pensa che la scuola si compone prima di numeri e solo dopo di giovani in formazione”.

Ma la trascuratezza con cui si trattano le problematiche della scuola non ha limiti. Il Governo avrebbe anche in serbo di tagliare 8 mila posti Ata privi di personale titolare, in particolare riducendo il numero di assistenti amministrativi, operanti nelle segreterie scolastiche, poiché si suppone che la crescente digitalizzazione degli istituti (tutta da dimostrare) permetterebbe di fare a meno del loro apporto lavorativo. Confermando, tra l’altro, che l’assenza di investimenti per la categoria – composta anche da assistenti tecnici e collaboratori scolastici – non era stata una dimenticanza, ma solo il proseguo della politica dei tagli avviata dal Governo Gelmini con la sparizione di 47mila Ata in soli tre anni.

Alla luce di questi nefasti scenari, Anief conferma la linea di tutela ad oltranza del personale precario: a tal fine, in questi giorni ha predisposto dei moduli di adesione on line per ricorrere contro la precarietà perenne ed ottenere la stabilizzazione, ma anche per cancellare le norme tagli-posti, ad iniziare dalla Legge 133/08, per il riconoscimento degli scatti stipendiali, oggi riservati solo al personale di ruolo, e per la trasformazione delle supplenze oggi limitate al 30 giugno in supplenze su posti vacanti e disponibili, quindi in contratti fino al 31 agosto.Cliccare qui per accedere alla pagina di adesione.

 

FONTE: ANIEF – Associazione Sindacale Professionale

 

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