Tredicesime 2024 più leggere per il personale della scuola: la colpa è, secondo la FLC CGIL, di una misura messa in atto lo scorso anno dal Governo Meloni.


Il periodo natalizio, tradizionalmente associato a momenti di sollievo economico grazie alle tredicesime, quest’anno si prospetta meno favorevole per docenti e personale ATA. I lavoratori della scuola, già alle prese con il peso crescente del caro vita, si troveranno di fronte a un calo significativo rispetto alle somme percepite lo scorso dicembre.

Scopriamone i motivi, come esposto nella denuncia della FLC CGIL, sindacato dei lavoratori della conoscenza.

La misura del 2023: un’anticipazione camuffata da bonus

Alla base di questa situazione c’è l’intervento messo in atto dal Governo Meloni nel dicembre 2023. In quell’occasione, i dipendenti del settore scolastico ricevettero un’emissione straordinaria di circa 1.000 euro medi aggiuntivi, destinata a mitigare le difficoltà economiche accentuate dalle festività. Tuttavia, quello che inizialmente apparve come un gesto di supporto concreto, fu in realtà una semplice anticipazione sugli aumenti previsti dal rinnovo contrattuale 2022-2024.

Questa erogazione straordinaria, pur rispondendo alle esigenze immediate della categoria, si rivelò una mossa propagandistica piuttosto che una soluzione strutturale. Il Governo, infatti, distribuì in un’unica tranche somme già dovute, dando l’impressione di un intervento generoso senza affrontare le radici del problema.

Le tredicesime 2024 per la Scuola sono più leggere

Con l’avvicinarsi delle festività del 2024, il quadro è tutt’altro che roseo. Non solo i lavoratori non riceveranno alcuna somma extra, ma le trattative per il rinnovo del contratto sono ancora ferme, nonostante il CCNL sia scaduto da tre anni. La legge di bilancio 2025 attualmente in discussione prevede risorse limitate, sufficienti ad aumenti stipendiali di appena il 5,78%, una cifra che copre solo parzialmente l’inflazione accumulata, stimata intorno al 18% per il triennio.

La conseguenza è evidente: le tredicesime di quest’anno saranno sensibilmente più basse rispetto al 2023, evidenziando la precarietà economica che continua a colpire il personale scolastico.

Il disagio economico e la mobilitazione sindacale

Di fronte a questa situazione, i sindacati non sono rimasti in silenzio. La FLC CGIL ha organizzato due scioperi negli ultimi mesi, denunciando la mancanza di fondi adeguati e chiedendo con forza un rinnovo contrattuale che garantisca incrementi in linea con l’inflazione. L’obiettivo non è solo quello di recuperare il potere d’acquisto perso, ma anche di restituire dignità economica e sociale a una categoria fondamentale per il Paese.

Appelli al Ministro dell’Istruzione

Le promesse del Ministro Valditara di valorizzare i lavoratori della scuola sembrano al momento lontane dalla realtà. Per dare credibilità alle sue dichiarazioni, sarebbe necessario avviare immediatamente le trattative contrattuali e destinare risorse adeguate a incrementi salariali significativi. Solo così sarà possibile garantire ai dipendenti del comparto scolastico una retribuzione dignitosa e proporzionata al crescente costo della vita.

Con la tredicesima di quest’anno che lascia un sapore amaro, si consolida la percezione di un settore scolastico sempre più trascurato. Resta da vedere se il 2025 porterà con sé segnali concreti di cambiamento o se la situazione continuerà a peggiorare.