Sul portale del Ministero dell’Istruzione e del Merito, è possibile consultare le commissioni per l’Esame di Maturità: e il ministro Valditara annuncia dal 2026 una riforma che metta al centro la persona.


L’edizione 2025 dell’esame potrebbe dunque essere l’ultima nella sua formula attuale. Se la riforma andrà in porto, già dal prossimo anno l’Esame di Maturità potrebbe assumere un volto nuovo, più vicino all’idea di una scuola che accompagna e valorizza la crescita della persona, non solo la sua preparazione scolastica.

Intanto, per gli studenti di quest’anno, l’appuntamento con la maturità è ormai alle porte. E mentre le commissioni sono state ufficialmente pubblicate, inizia il conto alla rovescia per uno degli snodi più importanti della vita scolastica.

Maturità, online le commissioni: Valditara annuncia la riforma degli esami dal 2026

Saranno oltre mezzo milione (524.415 per l’esattezza) i giovani italiani che a giugno affronteranno le prove finali del secondo ciclo d’istruzione: 511.349 candidati interni e 13.066 esterni. La distribuzione per tipo di scuola riflette le scelte formative delle nuove generazioni: 268.577 studenti provengono dai licei, 169.682 dagli istituti tecnici e 86.156 dagli istituti professionali.

Gli studenti, insieme alle famiglie e al personale scolastico, possono già accedere all’apposita piattaforma online per conoscere i nomi dei componenti delle commissioni, che quest’anno saranno complessivamente 13.900 e coinvolgeranno 27.698 classi.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha realizzato una pagina informativa sugli Esami di Stato consultabile da studenti, famiglie, personale della scuola. Qui il motore di ricerca delle commissioni.

Il calendario dell’Esame

L’inizio è fissato per mercoledì 18 giugno alle 8:30, con la prova di italiano, comune a tutti gli indirizzi. Il giorno successivo, giovedì 19 giugno, sarà la volta della seconda prova scritta, legata alle discipline specifiche di ciascun percorso. A seguire, gli studenti affronteranno il colloquio orale, pensato per verificare non solo la preparazione sulle materie, ma anche il raggiungimento degli obiettivi formativi, culturali e professionali dell’intero ciclo scolastico.

Le commissioni manterranno la struttura tradizionale: un presidente esterno, tre commissari esterni e tre interni appartenenti all’istituto di riferimento.

Valditara: “Non più un semplice esame, ma un momento di crescita

Mentre l’Esame 2025 si avvicina, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara guarda già al futuro. In varie interviste, tra cui quelle rilasciate a Il Messaggero e La Stampa, ha annunciato l’intenzione di riformare profondamente la prova finale, restituendole il nome tradizionale di “Esame di Maturità”, abbandonando la definizione “fredda” di “esame di Stato”.

Secondo Valditara, non basta più verificare quanto lo studente ha appreso, ma è necessario valutare quanto la scuola abbia contribuito alla sua crescita personale, alla sua capacità di affrontare con consapevolezza e autonomia le sfide del mondo adulto. L’obiettivo dichiarato è una scuola che unisca istruzione ed educazione, capace di formare individui completi e responsabili.

“L’esame di maturità deve tornare a essere il simbolo del passaggio all’età adulta, un momento in cui si riconosce il valore di un percorso formativo che va oltre le nozioni”, ha dichiarato il ministro.

Verso un nuovo modello di valutazione

La riforma in cantiere guarda a un sistema più attento alla dimensione umana dello studente, con un esame che si discosti dalla sola verifica delle competenze disciplinari dell’ultimo anno. L’idea è quella di una prova più ampia e articolata, in grado di fotografare la persona nel suo complesso: le sue attitudini, il senso di responsabilità, la maturità acquisita.

Uno degli elementi su cui si potrebbe intervenire è il colloquio orale, già oggi pensato per accertare lo sviluppo globale dello studente. In futuro, potrebbe diventare il cuore dell’esame, ampliandone gli ambiti di valutazione.

Educazione civica e formazione dei docenti: le altre novità

Nel quadro di una scuola sempre più attenta ai temi sociali e culturali, Valditara ha evidenziato l’importanza delle nuove linee guida per l’educazione civica, che introducono tra gli obiettivi formativi l’educazione alle relazioni e al rispetto, in particolare nei confronti delle donne. Si tratta di percorsi trasversali, non limitati alle 33 ore previste dalla normativa, ma integrati nell’attività didattica ordinaria.

Per garantire la qualità di questo cambiamento, il Ministero investirà 15 milioni di euro nella formazione degli insegnanti, in collaborazione con Indire, a partire da settembre. “È un salto di qualità fondamentale per dare concretezza al nostro progetto educativo”, ha spiegato Valditara.