Durante il convegno di Varenna dedicato alla gestione del personale negli enti locali, la segretaria generale dell’Anci, Veronica Nicotra, ha lanciato un appello chiaro: occorre stabilità per i lavoratori PNRR nei Comuni e servono nuove regole per le assunzioni.
L’intervento è avvenuto durante il seminario che ha avuto luogo a Villa Monastero di Varenna, dal titolo“La gestione del personale tra vincoli di finanzia pubblica e riforme istituzionali: quali prospettive per gli enti locali?”.
L’obiettivo è quello di trasformare in misure permanenti le eccezioni normative introdotte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e garantire una prospettiva stabile ai circa 20.000 lavoratori attualmente impiegati nei Comuni grazie a questi strumenti straordinari.
Secondo Nicotra, le opportunità offerte dal nuovo assetto assunzionale, entrato pienamente in vigore dal 1° gennaio 2025 e basato sulla sostenibilità finanziaria degli enti, vanno affiancate da risorse effettive. «A una maggiore capacità teorica di spesa deve corrispondere una disponibilità concreta di fondi», ha sottolineato la dirigente Anci, evidenziando come molti Comuni, pur potendo assumere, non dispongano dei mezzi per farlo.
- L’Anci chiede stabilità per i lavoratori PNRR nei Comuni e una maggiore attenzione per l’inserimento di giovani nelle PA
- Protocolli d’intesa già stipulati con diversi atenei
- I concorsi vanno modificati e semplificati
- Ruoli dirigenziali: più margini per gli enti in difficoltà
- Il PNRR come occasione per rinnovare l’amministrazione
- Le slide dell’Anci con tutte le proposte
L’Anci chiede stabilità per i lavoratori PNRR nei Comuni e una maggiore attenzione per l’inserimento di giovani nelle PA
Nel panorama delle proposte avanzate per rafforzare la capacità amministrativa dei Comuni, un posto di rilievo è occupato dalla volontà di consolidare il percorso di inserimento dei giovani nella pubblica amministrazione. La misura attualmente in vigore fino al 2026 prevede la possibilità di assumere neolaureati o studenti universitari prossimi al conseguimento del titolo attraverso contratti di apprendistato o formazione-lavoro, con un immediato inquadramento nella qualifica di funzionario.
Questa formula, spiega la segretaria generale Veronica Nicotra, ha il duplice vantaggio di agevolare l’ingresso delle nuove generazioni nel mondo del lavoro pubblico e di favorire un reclutamento più mirato, grazie a una valutazione sul campo che può sfociare in una stabilizzazione a tempo indeterminato.
Protocolli d’intesa già stipulati con diversi atenei
Per rafforzare questa sinergia tra università e amministrazioni locali, l’Anci ha già avviato protocolli d’intesa con diversi atenei. L’obiettivo è costruire percorsi formativi che rispondano in modo puntuale alle esigenze operative degli enti, superando lo scollamento attuale tra l’offerta accademica e le competenze richieste nella gestione quotidiana delle politiche pubbliche.
Si tratta, secondo l’associazione, di una strategia che merita di diventare permanente, non solo per garantire il ricambio generazionale nei Comuni, ma anche per valorizzare il capitale umano formato nei nostri atenei.
I concorsi vanno modificati e semplificati
Accanto al tema dell’inserimento giovanile, insiste anche sulla necessità di rivedere e semplificare le modalità concorsuali. L’idea è restituire piena autonomia agli enti locali nella definizione dei propri piani assunzionali e nei criteri di selezione, rendendo le procedure più snelle e meglio adattabili alle specificità territoriali.
Il sistema attuale, spesso percepito come eccessivamente rigido e poco reattivo, rischia infatti di allontanare i potenziali candidati, in particolare i più giovani, scoraggiati dalla complessità e dai tempi lunghi dei concorsi pubblici. Una revisione in tal senso permetterebbe di intercettare più efficacemente i profili professionali richiesti e di contrastare il crescente disinteresse verso il lavoro negli enti locali, percepito come poco dinamico e scarsamente valorizzante.
Ruoli dirigenziali: più margini per gli enti in difficoltà
Un’altra area di intervento indicata riguarda la governance dirigenziale, con un appello a prorogare oltre il 2026 le deroghe oggi previste per gli enti in dissesto o con squilibri strutturali. In base alla normativa vigente, questi Comuni possono coprire fino al 30% della propria dotazione organica dirigenziale con contratti a termine, una flessibilità che si è rivelata preziosa per garantire la continuità amministrativa anche in contesti economicamente fragili.
L’Associazione propone non solo di prolungare questa possibilità, ma anche di aumentarne la portata, portando la soglia al 50%. Questo ampliamento offrirebbe agli enti locali una leva in più per gestire in modo più efficace e tempestivo il proprio organico, soprattutto in presenza di vincoli assunzionali stringenti o in mancanza di personale interno con le competenze necessarie per ricoprire ruoli apicali.
La proposta si inserisce in una visione più ampia di rinnovamento amministrativo, che punta a rafforzare l’autonomia organizzativa dei Comuni e a garantire standard elevati di efficienza anche nelle situazioni più complesse.
Il PNRR come occasione per rinnovare l’amministrazione
Nel suo intervento, Nicotra ha infine sottolineato come il PNRR rappresenti un’occasione unica per rafforzare in modo duraturo le strutture amministrative locali. Tuttavia, ha avvertito che senza un adeguato accompagnamento finanziario e normativo, il rischio è quello di disperdere il patrimonio di competenze costruito negli ultimi anni. Per questo, ha invitato il governo a considerare l’esperienza PNRR non come una parentesi straordinaria, ma come un punto di partenza per modernizzare stabilmente la pubblica amministrazione territoriale.