La Conferenza Stato-Città e Autonomie Locali ha espresso un parere favorevole sul Decreto PA 2025, definendolo un intervento “organico e strategico” volto a rafforzare in maniera duratura il sistema amministrativo.


Una riforma profonda e strutturale per rilanciare la pubblica amministrazione. È questo il cuore del Decreto PA 2025 (decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25), convertito con modifiche nella legge 9 maggio 2025, n. 69.

Secondo il parere della Conferenza Stato-Città il provvedimento contiene una serie di interventi pensati per migliorare l’efficienza delle amministrazioni pubbliche, con particolare attenzione agli enti locali, ai quali sono dedicate alcune misure chiave.

Decreto PA 2025: il parere della Conferenza Stato-Città

Il Decreto PA 2025 segna dunque un passaggio importante nel processo di ammodernamento della pubblica amministrazione, con l’ambizione di rendere gli enti locali più dinamici, attrattivi e capaci di rispondere alle esigenze dei cittadini. Secondo la Conferenza Stato-Città, si tratta di un intervento necessario per consolidare il ruolo delle autonomie locali nella costruzione di politiche pubbliche più efficaci e vicine ai territori.

Reclutamento e stabilizzazione del personale

Tra le innovazioni più significative figura l’introduzione di nuove modalità di assunzione destinate ai giovani diplomati provenienti dagli Istituti Tecnici Superiori (ITS) e ai laureati, con l’obiettivo di favorire il ricambio generazionale e attrarre competenze qualificate nel settore pubblico.

Particolare attenzione viene riservata al personale precario, in particolare nei settori dei servizi sociali e della gestione del dissesto idrogeologico. Le nuove norme prorogano ed estendono gli strumenti di stabilizzazione, offrendo maggiori opportunità di continuità lavorativa per chi da anni opera con contratti a termine nella pubblica amministrazione.

Concorsi e mobilità: verso un sistema più flessibile

Il decreto interviene anche sulla disciplina dei concorsi pubblici e sulla mobilità volontaria, con l’obiettivo di snellire le procedure e rendere più agili i passaggi tra amministrazioni. Inoltre risulta prolungata la validità delle graduatorie e sospeso il limite del 20% per l’assunzione degli idonei non vincitori, consentendo una maggiore capacità di assorbimento del personale selezionato.

Più risorse per il personale e sostegno ai piccoli comuni

Per ridurre il divario retributivo rispetto ai dipendenti delle amministrazioni centrali, si aumenta il trattamento economico di base del personale non dirigente degli enti locali. Un intervento che punta a valorizzare il ruolo di chi lavora quotidianamente nei territori, spesso con minori strumenti e risorse rispetto alle strutture centrali.

Il provvedimento include anche misure straordinarie per i comuni colpiti da terremoti, calamità naturali o impegnati in progetti di rigenerazione urbana, offrendo supporto in termini di assunzioni e organizzazione interna. Al tempo stesso, si potenziano le capacità assunzionali e gestionali degli enti di piccole dimensioni, spesso in difficoltà nell’attuazione delle politiche pubbliche per carenza di personale e competenze.

Tari, rifiuti e pianificazione finanziaria

Un’ulteriore novità riguarda la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti urbani: gli enti locali avranno più tempo per approvare i piani finanziari, definire le tariffe e aggiornare i regolamenti relativi alla Tari e alla tariffa corrispettiva, semplificando così la pianificazione economica e la gestione del servizio.

Il testo del decreto

Qui il documento completo.