Un piano in 10 mosse per rilanciare l’agricoltura giovanile. Il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina punta sui giovani agricoltori per valorizzare l’agroalimentare italiano, convinto che possa essere un trampolino di lancio per tutta l’economia. E non sono pochi i dati che sostengono la sua iniziativa: le aziende condotte da giovani realizzano in media una produzione lorda vendibile più elevata rispetto a quelle guidate dai meno giovani: oltre 161 mila euro contro 140 mila (dati Rete di Informazione Contabile Agricola). E secondo la classifica di Almalaurea, Agraria è la facoltà che offre le maggiori possibilità di inserimento, 95% con un guadagno medio di 958 euro contro, ad esempio, Lettere e Filosofia (66% e guadagno medio di 915 euro). Il Miur registra un 29% in più di iscrizioni negli istituti professionali agricoli, 13 in più negli istituti tecnici di agraria, agroalimentare e agroindustria e 40 in più di iscritti alla Facoltà di Agraria: «Il nostro obiettivo è allinearci agli altri Paesi europei. Il mio sogno è avvicinarci alla Francia, i giovani in agricoltura portano più innovazione e, con i piedi nella terra e la testa nel mondo, la capacità di guardare ai grandi mercati e allo sviluppo delle nuove tecnologie, con ricadute importantissime sul territorio locale in termini di produzione e di lavoro» ha dichiarato il nostro ministro oggi al Corriere della Sera. 

La buona notizia è che alle intenzioni sono seguiti i fatti e le misure ipotizzate sono tutte operative. Vediamone alcune.

Mutui a tasso zero


Mutui fino a 10 anni a tasso zero per imprese agricole condotte da under 40 per investimenti fino a 1 milione e mezzo di euro nei settori della produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e della pesca. Per chi vuole acquistare un’azienda, ci sono mutui fino a 30 anni concessi da Ismea per l’acquisto dei terreni agricoli per primo insediamento di giovani in agricoltura.

Sgravi e detrazioni


Nel decreto Campolibero, disegno di legge «competitività», approvato di recente dal Governo, è prevista una detrazione del 19% per i giovani under 35 che affittano terreni agricoli e uno sgravio di un terzo della retribuzione lorda per promuovere forme di occupazione stabile in agricoltura di giovani tra i 18 e i 35 anni. «Molto importanti a mio avviso — sottolinea Martina — sono gli 80 milioni di euro all’anno fino al 2020 per imprese condotte da giovani fino a 40 anni con una maggiorazione del 25% degli aiuti diretti per 5 anni, in attuazione della nuova Pac. Ma c’è anche il credito d’imposta per il biennio 2014- 2016 al 40% per investimenti fino a 50 mila euro per l’e-commerce, molti sono i giovani che riescono a esportare attraverso Internet, nonché il credito d’imposta al 40%, stesso biennio, per innovazione e reti di impresa». Per il Sud, infine, deduzioni Irap al 50% fino a 10.500 euro per chi assume giovani con contratti di almeno tre anni e per almeno 150 giorni all’anno.

Cessioni dei terreni del demanio


Si tratta di terreni pubblici adatti alla coltivazione, spesso frazionati in piccole parti, ancor più spesso incolti. L’idea di riportarli a nuova vita trasformandoli in un’occasione di lavoro per le nuove generazioni era venuta al governo Monti un paio di anni fa, ma per concretizzare quella legge del 2012 ci è voluto un decreto applicativo firmato a fine luglio da Maurizio Martina dopo un lavoro durato alcuni mesi che ha fruttato l’elenco dei terreni dagli enti proprietari. Stiamo parlando di 5.550 ettari di terreni agricoli pubblici – il corrispondente più o meno di 7 mila campi da calcio – che da settembre saranno concessi in affitto o ceduti: possibilmente a giovani che già hanno un’impresa agricola (50 mila, secondo una stima della Coldiretti) o che intendono metterla in piedi e che s’impegnano – per i prossimi 20 anni – a destinare quelle terre alla coltivazione. In entrambi i casi infatti (vendita o affitto) gli under 40 potranno godere di un diritto di prelazione. 

Vendita e affitto saranno impostate a una logica di ferrea trasparenza, assicura il ministro: per quanto riguarda il primo caso per i terreni che hanno un valore superiore ai 100 mila euro (il calcolo si basa sulla rendita fondiaria) si procederà tramite asta pubblica. Nel caso in cui i campi messi in vendita abbiano invece valore inferiore a tale cifra si farà ricorso a procedura negoziata (pubblicazione dell’elenco dei terreni sulla stampa e sul sito dell’Agenzia del Demanio, vendita alla migliore offerta rispetto alla base di partenza). Se i lotti messi in vendita risultano già occupati, pur salvaguardando gli under 40, sarà riconosciuto il diritto di prelazione in favore di chi già li lavora. Per quanto riguarda invece la destinazione d’affitto è prevista una quota minima del 20 per cento sul totale dei terreni, concedendo la preferenza ai giovani imprenditori. La complessa macchina è gestita dall’Agenzia del Demanio che ha mappato e fotografato dal satellite tutti gli appezzamenti. «Nella maggioranza dei casi si tratta di terreni di dimensioni ridotte – spiega Stefano Scalera, direttore generale dell’Agenzia – spesso fondi interclusi ai quali si può accedere solo attraverso altre proprietà. Appezzamenti che hanno bisogno di essere valorizzatati, magari ricongiungendoli ad altri in modo da raggiungere dimensioni tali da aver accesso ai finanziamenti europei». Lo Stato intende destinare i soldi incassati – dai 15 ai 20 milioni partendo dalla base d’asta – alla riduzione del debito pubblico, ma la priorità – assicurano al Ministero – questa volta è un’altra: trasformare aree per anni incolte in terre produttive a sostegno delle attività agricole. Soprattutto quelle promosse dai giovani.

Staremo a vedere, e vi daremo notizia dei risultati.

 

FONTE: Associazione dei Comuni Virtuosi

 

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